L`Assipa è uno dei sindacati che curano gli interessi delle strutture sanitarie private e accreditate. Un campo minato, perché gli interessi nella sanità calabrese sono tanti e si scontrano con i limiti imposti dal Piano di rientro e con vecchie incrostazioni. Da Francesco Galasso, che ne è il presidente, arriva una proposta – inoltrata al generale Luciano Pezzi, che affianca il commissario per il Piano di rientro dal debito, Peppe Scopelliti – di rifondazione dei criteri di ripartizione delle risorse. A Pezzi, apprezzato dall`Assipa per il modo in cui gestisce le questioni che riguardano l`accreditamento delle strutture private, è rivolto l`invito a scardinare i vecchi meccanismi di ripartizione, visto che «i famigerati budget, da strumento programmatorio e di contenimento della spesa sanitaria, sono diventati delle opportunità per i dirigenti delle allora Asl di fare assegnazioni totalmente arbitrarie». Secondo Galasso, il vulnus creato dai criteri in vigore ha causato «l’impossibilità della libera crescita imprenditoriale di tante strutture che, penalizzate e ingessate da budget imposti, mai realmente proporzionati alla loro reale capacità produttiva e alla domanda del territorio, hanno inevitabilmente sofferto la conseguente mortificazione, economica e professionale, della loro attività. Considerazione questa che fa chiaramente capire l’inapplicabilità del criterio “storico”». Serve un «cambiamento di rotta», anche alla luce degli “errori” del passato, come le circolari interpretate in maniera diversa a seconda delle Asl di riferimento e le diverse modalità di pagamento da una provincia all`altra.
Lo scontro è con le altre associazioni di categoria, che propongono «un consolidamento di posizioni di privilegio acquisite con il cosiddetto criterio “storico” di budget (o produzione che sia)», mentre «l`Assipa propone un sistema equo ed equilibrato che miri finalmente a eliminare le distorsioni storicamente determinatesi in questo settore». Necessario intervenire per rivedere le distorsioni del passato e salvare i posti di lavoro. Troppa sproporzione nei fondi destinati alle singole strutture: da questo muove il meccanismo studiato dall`Assipa, che vorrebbe ripartire il 70% del fondo complessivo sulla base dei costi minimi stimati per la gestione dei laboratori e il restante 30% «disponibile in libera concorrenza». Si tratta di una revisione profonda, che è anche un appello al generale: «Lei ha la possibilità di utilizzare in modo efficace, equo, proporzionale e rispettoso della dignità di ogni lavoratore, le risorse disponibili sul territorio calabrese». Salvare posti di lavoro e studiare un meccanismo più equo: non sarà facile, in una terra in cui il business della sanità muove cifre gigantesche.
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