CATANZARO L’Udc prende tempo. Si è concluso senza una presa di posizione definitiva il direttivo di ieri sera dei centristi catanzaresi, chiamati a sciogliere il nodo delle alleanze in vista delle prossime amministrative. L’impressione è che gli esponenti dello scudo crociato non diano come blindata nessuna candidatura alla guida di Palazzo De Nobili. Neppure, dunque, quella di Sergio Abramo, su cui pure il Pdl sta insistendo. La troppa distanza tre le due anime del partito ha fatto sì che non si arrivasse a una scelta traumatica al termine del vertice, in cui la discussione è stata introdotta dalla relazione del segretario cittadino Gianluca Tassone.
Le opzioni sul tappeto restano essenzialmente due. Da una parte l’approdo sicuro e già sperimentato dell’alleanza con il Pdl. In queste direzione spingono soprattutto i proseliti catanzaresi del presidente del consiglio regionale, Franco Talarico, a partire dal segretario provinciale, Salvatore Mazzotta, e da pezzi importanti del partito cittadino, che sono da tempo pronti a replicare il cartello pro Traversa, ma questa volta a sostegno di Abramo. Su un altro fronte si schiera l’altra fetta del partito, che si richiama alle posizioni di Mario Tassone e del segretario nazionale, Lorenzo Cesa, e oggi vorrebbe tentare la strada del terzo polo, del quale potrebbe subito assumere la leadership, sia con la candidatura a sindaco che, probabilmente, in termini di consensi elettorali.
Da quanto trapelato al termine del vertice, l’Udc avrebbe deciso di posporre l’indicazione del candidato a sindaco del capoluogo all’individuazione di programma amministrativo e coalizione. Tradotto in altri termini, i centristi vogliono prima di tutto vedere chi, tra Pdl e resto del terzo polo, sta alla loro proposta. Solo dopo si procederà alla scelta dell’uomo da proporre agli elettori catanzaresi.
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