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I sigilli dello Stato al tesoro del clan Longo

REGGIO CALABRIA Maxisequestro ai danni del clan Longo di Polistena. Il personale della sezione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria e del commissariato della città della Piana ha apposto i…

Pubblicato il: 07/02/2012 – 12:40
I sigilli dello Stato al tesoro del clan Longo

REGGIO CALABRIA Maxisequestro ai danni del clan Longo di Polistena. Il personale della sezione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria e del commissariato della città della Piana ha apposto i sigilli a un ingente patrimonio nella disponibilità di Vincenzo, Giovanni e Francesco Longo, tutti appartenenti all`omonima cosca mafiosa.
Il provvedimento della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio ha colpito numerose società, aziende, appartamenti, terreni e conti correnti. Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a 10 milioni di euro.
I tre esponenti della “locale” di Polistena erano stati arrestati il 15 marzo 2011 nell’ambito dell’operazione “Scacco matto”, che aveva portato in carcere 35 persone accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso.
L’indagine, condotta dalla Squadra mobile di Reggio e coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, aveva consentito di disarticolare la cosca, dedita principalmente al traffico di droga e di armi, alle estorsioni e alle infiltrazioni negli appalti pubblici. Il clan operava principalmente nel campo dell’edilizia, sia  pubblica che privata. La vicenda più emblematica è rappresentata dal polo scolastico “Renda” di Polistena, sede del locale istituto alberghiero. In questo caso infatti la ditta appaltatrice, secondo gli inquirenti, avrebbe affidato tutte le forniture e i servizi a uomini della cosca Longo, assumendo tra l’altro maestranze vicine alla consorteria mafiosa.
I tre soggetti raggiunti dalle misure patrimoniali, grazie alla gestione di numerose attività illecite, erano riusciti ad accumulare un ingente capitale reinvestito nell’acquisto di società, aziende e beni immobili, intestati ai propri familiari o a terzi.
Per il questore di Reggio, Carmelo Casabona, quella messa in atto contro il clan pianigiano è «un’operazione che ha colpito al cuore una delle più potenti famiglia mafiose della provincia. Attraverso il sequestro dei beni le forze di polizia continuano a togliere linfa vitale alle cosche, rendendo nulla la loro attività criminale».

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