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Pignatone va a Roma. Il film dei suoi 4 anni a Reggio

La Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura ha indicato Giuseppe Pignatone come prossimo procuratore capo di Roma. Per il procuratore di Reggio manca solo …

Pubblicato il: 07/02/2012 – 19:00
Pignatone va a Roma. Il film dei suoi 4 anni a Reggio

La Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura ha indicato Giuseppe Pignatone come prossimo procuratore capo di Roma. Per il procuratore di Reggio manca solo la ratifica del Plenum, ma la decisione è ormai scontata.
La Commissione ha espresso su Pignatone un consenso unanime, scartando ogni altra e pur considerevole candidatura diversa. Il che da per scontata la sua nomina visto che sono ben poche le pratiche che arrivano al Plenum con un solo candidato sul quale convergono i voti di tutti i componenti, togati e laici, della Commissione per gli incarichi direttivi.
Adesso gli ulteriori passaggi previsti dalla procedura sono quelli del concerto da parte del ministro e dell`esame da parte del Plenum. Entrambi gli adempimenti si appalesano, in questo caso, come una vera formalità. Nel giro di qualche settimana potrebbe, quindi, concludersi l`esperienza reggina di Giuseppe Pignatone. Una presenza forse breve ma sicuramente intensa quella di Pignatone giunto a Reggio nell`aprile del 2008 quando si insediò al sesto piano del Cedir dopo aver ricoperto il ruolo di procuratore aggiunto a Palermo. Quattro anni in cui il magistrato siciliano ha coordinato decine di inchieste contro la `ndrangheta. A sessantadue anni, Pignatone segna un altro importante passo della sua carriera prendendo la direzione di una delle Procure d`Italia.
Tornando all`esperienza reggina, il suo nome è legato all`inchiesta “Crimine” (coordinata assieme alla Dda di Milano) che ha portato all`arresto in Calabria e in Lombardia di oltre 300 persone nel luglio 2010. È stata un`operazione mastodontica attraverso la quale la Procura ha voluto dimostrare la caratteristica unitaria della `ndrangheta. Particolarmente interessanti sono state le intercettazioni captate a casa del boss Giuseppe Pelle che hanno portato all`arresto del consigliere regionale del Pdl Santi Zappalà per corruzione elettorale, ma anche ai filoni di indagine circa gli intrecci con il mondo della politica, della sanità e dell`università.
Incisiva è stata l`azione della Procura, da lui diretta, sul piano della lotta alla `ndrangheta stroncata non solo dagli arresti ma anche dalle decine di sequestri di beni chiesti dalla Direzione distrettuale antimafia e disposti dal Tribunale di Reggio Calabria.
Durissimi si sono rivelati gli ultimi quattro anni per l`ala militare delle cosche e per quegli imprenditori considerati uomini “cerniera” tra le famiglie mafiose e la politica.
Ma anche per quegli imprenditori disposti a fare affari con la `ndrangheta come il titolare della Medinex Pasquale Rappoccio e il “re dei videopoker” Gioacchino Campolo, finiti dietro le sbarre per aver favorito la criminalità organizzata.
Duri colpi anche all`aria grigia come dimostrano gli arresti del consigliere regionale Santi Zappalà e dei sindaci di Siderno e Casignana Alessandro Figliomeni e Pietro Crinò.
A questi va aggiunto anche il consigliere comunale di Reggio Pino Plutino finito in manette a dicembre con l`accusa di concorso esterno in associazione mafiosa perché ritenuto vicino alla cosca Caridi. Un`altra indagine importante è stata quella sulla società mista Multiservizi, di fatto gestita dalla cosca Tegano. Su richiesta dell`ufficio di Pignatone sono stati arrestati imprenditori vicini alla famiglia mafiosa di Archi.  
Si tratta proprio delle due inchieste che hanno spinto il ministero dell`Interno ha disporre la Commissione d`accesso per verificare l`eventuale infiltrazione mafiosa al Comune di Reggio Calabria.
Le operazioni, in realtà, sono state molte di più e tutte hanno inferto colpi tremendi alle cosche reggine: da “Meta” a “Epilogo” passando per le inchieste “Reale”, “Nuovo potere”, “Bellu Lavuru”, “Reggio sud”, “Reggio nord”, “Archi”, “Cosa mia”, “Leone”, “All inside”, “Urbanistica”.
Ma anche i latitanti arrestati: da Giovanni Strangio (accusato della strage di Duisburg del 2007), a Giuseppe De Stefano, a Carmelo Barbaro, a Domenico Bellocco, a Pietro Criaco, a Paolo Rosario De Stefano.
Quattro anni di lavoro intensi che non potevano non innervosire la `ndrangheta e l`area di contiguità ad essa. Ed è in questo contesto che vanno inquadrate le intimidazioni subite da Pignatone come il bazooka fatto trovare a poche centinaia di metri dal Cedir. Un periodo in cui il futuro procuratore di Roma è stato affiancato dagli aggiunti Nicola Gratteri, Michele Prestipino e Ottavio Sferlazza.
Ma cosa succede adesso a Reggio? Con la partenza di Pignatone, in riva allo Stretto si apre una partita importante. Ancora, ovviamente, non sono state presentate domande per il posto di procuratore capo, ma i rumors del palazzo parlano di numerosi candidati. Tra questi sicuramente in lizza c`è Nicola Gratteri il quale da poche settimane ha superato i tre anni da procuratore aggiunto che gli consentono di aspirare al posto di Pignatone. Si danno per scontate altre prestigiose candidature quali quelle del procuratore di Vibo, Mario Spagnuolo, del procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e del procuratore di Paola, Bruno Giordano.
Scontata anche la candidatura di Roberto Pennisi che a Reggio Calabria ha firmato importanti inchieste e oggi lavora alla Procura nazionale antimafia.
Circolava anche il nome del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini ma la candidatura è destinata a restare fuori perché l`accelerazione della nomina di Pignatone alla Procura di Roma non ha consentito al magistrato lombardo di maturare il periodo necessario per ottenere un altro incarico direttivo.
Analogo problema, anche se per poche settimane, riguarda la candidatura del procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo. Ma va detto che di lui si parla come successore di Giuseppe Cascini alla segreteria dell`Associazione nazionale magistrati.

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