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Cipolla di Tropea, il ministero dell`Agricoltura: «Confezionamento in campo non consentito»

Il Consorzio di tutela della cipolla rossa di Tropea e Confagricoltura Calabria hanno espresso soddisfazione per la notizia che il ministero Agricoltura ha stabilito che il confezionamento in campo…

Pubblicato il: 08/02/2012 – 12:18
Cipolla di Tropea, il ministero dell`Agricoltura: «Confezionamento in campo non consentito»

Il Consorzio di tutela della cipolla rossa di Tropea e Confagricoltura Calabria hanno espresso soddisfazione per la notizia che il ministero Agricoltura ha stabilito che il confezionamento in campo non è consentito dal vigente piano dei controlli.
La scorsa estate – come scritto nel numero 23 del Corriere della Calabria – il prodotto agricolo, simbolo delle nostre tavole, è stato al centro di un accesissimo scontro politico-commerciale tutto calabrese. Amara deriva per la promozione di un ortaggio che per molti rimane ottimo al palato, per croccantezza e dolcezza, anche se dall`estate scorsa ha diviso ancora di più le due fazioni, scesi in campo nel dibattito. La contrapposizione attorno alle modalità del suo “confezionamento”, sembrava nascondere intenti politici – per la gestione del Consorzio di tutela – più che vere e proprie proposte per migliorare concretamente il settore. La parola fine è stata messa dal ministero che ha quindi vietato il confezionamento in campo.
«La lunga e articolata nota del ministero, in risposta a una contestazione sulla mancata certificazione di alcune partite di cipolla rossa da parte di Icea, mette fine – secondo la Confagricoltura calabrese – a una accesa polemica, dando ragione alla tesi sostenuta dal Consorzio di tutela e da Confagricoltura Calabria che hanno sempre sostenuto che il confezionamento deve avvenire in impianti idonei e non può, in nessun caso, essere praticato in campo». La nota del ministero precisa inoltre, che «nessuno ha mai messo in dubbio che i luoghi di lavorazione delle produzioni alimentari devono essere provvisti di idonea autorizzazione sanitaria e i locali essere conformi agli standard dettati dalle disposizioni in materia di igiene e sanità». E ancora che «l`adesione al sistema delle denominazioni protette (Igp) da parte degli operatori interessati, implica adesione alle prescrizioni previste dal Piano dei controlli e alle disposizioni del Disciplinare di produzione». «La decisione adottata dal ministero – secondo la confederazione agricola – è perfettamente in linea, quindi, con la posizione del Consorzio di tutela della cipolla rossa di Tropea e di Confagricoltura Calabria, che da sempre affermano la non praticabilità  del confezionamento in campo, perché non consente una corretta lavorazione delle cipolle e non dà idonea garanzia ai consumatori sul rispetto delle norme igieniche e delle misure di sicurezza alimentare e salubrità del prodotto». «Il marchio cipolla rossa di Tropea Igp – ha detto il presidente del Consorzio Antonio Veltri – è affermato in tutto il mondo e tutti noi dobbiamo lavorare per mantenere alta la sua riconoscibilità sui mercati, continuando a produrre alta qualità e fornendo al consumatore garanzia di tracciabilità e salubrità».

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