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Il legale del pentito Bonaventura: «Negati diritti umani, ricorreremo a Strasburgo»

L`incubo vissuto da Luigi Bonaventura e denunciato dal legale del collaboratore di giustizia calabrese potrebbe approdare alla Corte europea di Strasburgo. Ad annunciarlo è l`avvocato Giulio Calabr…

Pubblicato il: 09/02/2012 – 11:30
Il legale del pentito Bonaventura: «Negati diritti umani, ricorreremo a Strasburgo»

L`incubo vissuto da Luigi Bonaventura e denunciato dal legale del collaboratore di giustizia calabrese potrebbe approdare alla Corte europea di Strasburgo. Ad annunciarlo è l`avvocato Giulio Calabretta, che accusa: «A Bonaventura sono stati completamente annientati i diritti umani. Per questo motivo, se non ci saranno risposte alle sue richieste entro una settimana, presenteremo una denuncia» al massimo organismo giurisdizionale in materia.
Il pentito, che nei mesi scorsi è scampato a un attentato nella città in cui vive sotto copertura, ha chiesto di poter abbandonare il programma di protezione continuando a collaborare e ha presentato al Viminale una richiesta di risarcimento danni per 2,5 milioni di euro. Spiega Calabretta: «Bonaventura ha più volte affermato che non c`è alcuna località sicura in Italia. I suoi figli vanno a scuola e non è giusto che in pieno anno scolastico debbano essere trasferiti in altra scuola e località». L`uomo e sua moglie «si stanno curando in strutture, trovate da loro stessi e non certo dal servizio di protezione, e non è giusto che abbandonino le attuali cure per andare a finire chissà dove e comunque in luoghi che sono tutto tranne che sicuri. Lo stesso Bonaventura ha informato il servizio centrale che non appena i propri figli termineranno l`anno scolastico toglierà il disturbo facendo serenamente rientro Crotone, dove almeno sa da chi si deve guardare».
Il legale del collaboratore di giustizia sostiene che la misura è ormai colma e che, in mancanza di adeguate risposte da parte dello Stato, si agirà di conseguenza: «Se entro questa settimana – non verranno adottati provvedimenti seri e concreti per la risoluzione immediata di tutte le angherie subite dalla famiglia del collaboratore presenterò una denuncia alla Corte europea di Strasburgo a tutela dei diritti umani che, nel caso di specie, sono stati materialmente annientati».

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