REGGIO CALABRIA Il bilancio 2011 del Comune di Reggio si chiuderà in sostanziale pareggio e con il rispetto del patto di stabilità. Ad affermarlo è stato il sindaco Demetrio Arena, durante la conferenza stampa di questa mattina alla quale hanno partecipato anche l’assessore al Bilancio Demetrio Berna e il superdirigente del settore Finanze Enzo Cuzzola. L’approvazione del rendiconto in questione in realtà non può essere ancora ufficialmente deliberata, perché l’amministrazione Arena deve ancora sciogliere il nodo del discusso consuntivo 2010, nel quale erano state riscontrate diverse criticità.
«Da qui a un mese – ha detto il sindaco – approveremo il bilancio 2010 e ne illustreremo i rimedi. Subito dopo verrà affrontato quello relativo al 2011. Solo così riusciremo finalmente a spegnere quei riflettori mediatici che stanno accomunando la nostra città ad Avetrana. Un’attenzione che può creare danni superiori alle effettive difficoltà dell’ente comunale». Ad Arena non va proprio giù il clamore che si è creato negli ultimi mesi attorno alle situazione finanziaria di Palazzo San Giorgio. Un clamore innescato soprattutto dalle relazioni del ministero dell’Economia e dalle ispezioni della procura reggina, che hanno evidenziato un disavanzo nelle casse comunali pari ad almeno 140 milioni di euro. «Da due anni – ha continuato il primo cittadino di Reggio – si assiste a un tam tam di numeri e cifre folli. Sarà paradossale, però quando supereremo questa situazione convocherò una conferenza stampa per parlare degli effetti negativi di queste campagne sull’economia e le imprese della nostra città».
Per quanto riguarda la gestione dell’anno finanziario appena trascorso, è l’assessore Berna a sottolineare l’importanza degli obiettivi raggiunti: «Siamo riusciti a rimanere dentro i limiti fissati dal patto di stabilità e a riequilibrare la parte corrente con un leggero avanzo di due milioni di euro. Risorse che potremo utilizzare per coprire l’eventuale disavanzo del consuntivo 2010. Si tratta di grandi risultati ottenuti grazie alla campagna di accertamenti tributari e a una nuova politica di razionalizzazione dei costi. Inoltre in sei mesi abbiamo trovato anche il modo per uscire dagli swap (contratti derivati che si basano sulla scambio dei flussi di cassa, ndr) a costo zero per il Comune e mantenendo gli stessi servizi».
Il dirigente Enzo Cuzzola, invece, fornisce le cifre dell’esercizio finanziario che dovrà essere approvato in Consiglio: «Il bilancio di previsione aveva evidenziato la necessità di finanziare un saldo netto di 36 milioni di euro, con un disequilibrio di parte corrente di 15,5 milioni, che verrà coperto con i 9,8 milioni derivanti dalla dismissione del patrimonio comunale e con i proventi dei permessi di costruzione, pari a 5,7 milioni. Per far fronte a una spesa corrente di 203 milioni dovevamo inoltre destinare entrate straordinarie, determinate dal recupero sull’evasione tributaria e dal contenimento della spesa, scesa da 192 milioni a 171». Un risultato che, secondo Cuzzola, permette «l’automatico rispetto del patto di stabilità».
Notevoli le somme accertate per quanto riguarda l’evasione tributaria. Solo per la tassa comunale sugli immobili, sono stati rilevati più di nove milioni di euro di imposte non pagate. Un dato che fa il paio con quello relativo alla Tarsu, dove si registra una evasione fiscale superiore agli otto milioni di euro.
Durante la conferenza stampa, Arena ha anche annunciato i suoi propositi sulle società miste, al centro della bufera dopo le rivelazioni giudiziarie che hanno svelato la presenza della cosca Tegano di Archi nella società Multiservizi. Indagini che hanno determinato l’arrivo della commissione d’accesso che dovrà verificare eventuali infiltrazioni mafiose nell’ente comunale. «Abbiamo chiesto la certificazione antimafia alla Prefettura – ha detto il sindaco – e ultimato l’analisi dei vari rapporti contrattuali con queste società per verificare i requisiti fondamentali per la continuazione di questo rapporto. Siamo comunque pronti a gestire i servizi attraverso un piano alternativo che metta fine a questo sistema».
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