Il messaggio alla comunità accademica diffuso nei giorni scorsi dal rettore dell’università Mediterranea di Reggio ha scatenato la reazione del gruppo di senatori d’ateneo che si oppone alla gestione di Massimo Giovannini. Quest`ultimo ha annunciato che si dimetterà al termine dell`anno accademico e non dopo l`approvazione di bilancio e statuto, come invece aveva informalmente concordato con i suoi oppositori che rappresentano la maggioranza nel Senato. Otto di loro hanno diramato un durissimo documento, in cui sostengono di apprendere «con grande sorpresa» che «il rettore non intende tener fede all’impegno a rimettere il proprio mandato a fine febbraio, contestualmente agli atti riguardanti il nuovo Statuto». Un impegno «informalmente assunto con alcuni membri del Senato accademico alla vigilia della seduta del 20 dicembre 2011». Nel comunicato, firmato da Pierluigi Antonucci, Enzo Bentivoglio, Pasquale Catanoso, Attilio Gorassini, Rocco Palamara, Marco Poiana, Adolfo Santini e Santo Marcello Zimbone, si ripercorrono le tappe della vicenda che ha portato a una sostanziale sfiducia nei confronti di Giovannini. «Con una lettera riservata del 16 novembre 2011 la maggioranza dei membri del Senato accademico e alcuni membri del Consiglio di amministrazione, dando voce a un diffuso e crescente senso di sfiducia, hanno auspicato un atto di responsabilità del rettore – si legge nella nota –, invitandolo a rimettere il proprio mandato in concomitanza dell’approvazione della riforma statutaria dell’ateneo, così da assicurare nuovo slancio alle iniziative e agli atti connessi al riordinamento dell’ateneo, dei suoi organi e delle strutture didattiche e di ricerca. L’iniziativa è stata l’epilogo d’una serie di eventi che hanno progressivamente accresciuto il senso di sfiducia nel modello e nelle prassi gestionali dell’ateneo». Numerose le censure mosse all’indirizzo di Giovannini. In particolare, gli vengono attribuite una «colpevole disattenzione verso gli adempimenti statutari e regolamentari»; «l’opacità della gestione finanziaria dell’ateneo e il modesto contributo informativo dei bilanci preventivi e consuntivi; l’assenza di una strategia e di una pianificazione pluriennale, di una strategia e pianificazione che non si esauriscano in un elenco di enunciazioni di principio, non seguite da concrete azioni di miglioramento gestionale e di verifica e monitoraggio dei risultati; la mancanza di una strategia in grado almeno di impostare il superamento della condizione di “non virtuosità” dell’ateneo la quale preclude da tempo il naturale avvicendamento generazionale e l’immissione in ruolo di idonei, che pur sarebbe stata possibile grazie ai diversi piani straordinari ministeriali e a semplici variazioni di bilancio». E ancora, la gestione Giovannini viene messa sotto accusa per «l’assenza di un reale sostegno alle attività dei dipartimenti» e per
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