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Usura ed estorsione, dieci arresti a Cosenza «Se va avanti così mi ammazzo»

COSENZA Un blitz dei carabinieri di Cosenza è scattata, all`alba di questa mattina, per l`esecuzione di un`ordinanza di custodia cautelare nei confronti di dieci persone accusate di usura ed estors…

Pubblicato il: 20/02/2012 – 9:51
Usura ed estorsione, dieci arresti a Cosenza «Se va avanti così mi ammazzo»

COSENZA Un blitz dei carabinieri di Cosenza è scattata, all`alba di questa mattina, per l`esecuzione di un`ordinanza di custodia cautelare nei confronti di dieci persone accusate di usura ed estorsione. Gli indagati dell`operazione “Beta” sono accusati di avere prestato circa 500mila euro a pensionati, commercianti e piccoli imprenditori, applicando tassi di interesse che variavano dal 10 al 40% mensile. L`inchiesta, avviata nel 2010 dai carabinieri del Reparto operativo di Cosenza, è stata coordinata dalla Procura di Cosenza. Ci sono anche parenti di Giuseppe Ruffolo, un pregiudicato di 33 anni ucciso lo scorso anno a Cosenza, tra le persone arrestate stamani dai carabinieri per usura ed estorsione. Ruffolo, assassinato in un agguato il 22 settembre scorso mentre era alla guida della sua auto da un uomo che gli ha sparato con una pistola calibro 7.65, era stato arrestato per usura nel 2009. Per il movente del delitto gli investigatori seguono la pista della vendetta maturata negli ambienti della criminalità e, in particolare, nell`ambiente degli usurai. L`inchiesta di oggi, comunque, non riguarda quel delitto. I dieci provvedimenti restrittivi eseguiti oggi dai carabinieri sono stati emessi dal gip del Tribunale di Cosenza Luigi Branda, su richiesta del procuratore Dario Granieri e del sostituto Giuseppe Cozzolino.

GLI ARRESTATI
Queste le dieci persone arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza nell`operazione “Beta”: Lorenzo Ruffolo, di 52 anni, e Anna Squillace (50), entrambi di San Pietro in Guarano; Davide Caligiuri (49), di Celico, e Giovanni Bruni (52), Francesco Ruffolo (37), Ennio Bruni (71), Alfonso Pichierri (53), Carmine Pietro Sapia (54), Francesco Ruffolo (60) e Pasquale Placido (64), tutti di Cosenza.

LA CONFERENZA STAMPA «LE VITTIME HANNO COLLABORATO» «L`operazione di oggi è il risultato di una strategia investigativa che vede la procura di Cosenza e il comando dei carabinieri, fortemente impegnati in un`azione sinergica tesa a contrastare il fenomeno dell`usura. Una vera e propria piaga per l`economia ed il senso civile nella città di Cosenza e nel suo hinterland». Lo ha detto il procuratore Dario Granieri nel corso della conferenza stampa per illustrare i termini dell`operazione che ha portato all`arresto di dieci persone per usura.«Il peso specifico del lavoro portato a termine – ha continuato Granieri – è dato dalla circostanza che le persone vittime degli usurai hanno fornito una collaborazione rilevante nel corso delle indagini. È stata un`attività investigativa complessa, svolta con le più sofisticate tecniche d`indagine e che ha consentito di interrompere un`attività odiosa che da tempo soffoca il tessuto imprenditoriale del cosentino, rovina la vita di molte imprese e di tante famiglie. Occorre – ha detto ancora Granieri – un moto di risveglio. Gli operatori economici devono reagire, avere il coraggio di denunciare. Bisogna avere fiducia nelle istituzioni». Il procuratore ha poi annunciato che «per irrobustire le azioni di contrasto a questo fenomeno, questa Procura ha programmato una serie di iniziative di concerto con la Prefettura e le forze dell`ordine».

«SE VA AVANTI COSì MI AMMAZZO»
«Io sparisco… Me ne devo uscire!… Non ce la faccio più…Non ce la faccio più…Altrimenti mi vado ad ammazzare…Mi vado ad ammazzare… Sopra a Dio mi vado ad ammazzare…». È ilpassaggio di una intercettazione telefonica che gli inquirenti definiscono «emblematica», contenuta nel faldone dell`inchiesta che ha portato all`arresto a Cosenza di dieci persone accusate di aver praticato tassi usurari dal 10 al 40% mensili. Parla, infatti, così, con il proposito di suicidio, una delle vittime». La Procura sostiene di avere in mano «prove di evidenza matematica» per la maggior parte di esse «acquisite grazie al coraggio di alcune delle vittime che poste dinnanzi alla terribile alternativa di soccombere o reagire, hanno trovato la forza di rivelare tutti i dettagli delle vessazioni subite». Sempre secondo quanto emergerebbe dalle indagini, alcune delle persone erano coinvolte da diversi anni in un modo «piuttosto stabile nell`attività usuraria, sino al punto di da risultare completamente asservite alla volontà dei rispettivi usurai. I quali facevano leva sulla gravissima condizione di precarietà economica e bisogno, le hanno ridotte in una situazione di completa soggezione e profonda disperazione psicologica».

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