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Uno spiraglio di luce nella lotta ai tumori

ROMA A Renato Dulbecco va il merito di avere risolto il mistero sull`origine di alcune forme di tumore. In contrasto con le idee scientifiche prevalenti nel suo tempo, ha per primo concepito il tum…

Pubblicato il: 20/02/2012 – 16:07
Uno spiraglio di luce nella lotta ai tumori

ROMA A Renato Dulbecco va il merito di avere risolto il mistero sull`origine di alcune forme di tumore. In contrasto con le idee scientifiche prevalenti nel suo tempo, ha per primo concepito il tumore come una malattia scatenata da un difetto del dna. La strada che lo porta a questa scoperta comincia a intraprenderla all`inizio degli anni 60, a pochi anni dalla prima descrizione della molecola a doppia elica del dna da parte di James Watson e Francis Crick. Esplorando le cause che costringono una cellula sana a “impazzire“, i primi sospetti di Dulbecco si concentrano sull`infezione da parte di alcuni virus, che riescono a introdursi nel dna umano fino a diventarne parte integrante e “scombussolandone” il corretto funzionamento. Questi virus, chiamati virus oncogeni, riuscivano cioè a trasformare una cellula sana in una cellula tumorale. David Baltimore e Howard Temin, che nel 1975 condivisero il Nobel con Dulbecco, scoprirono che il trasferimento del materiale genetico del virus nella cellula è opera di un enzima chiamato trascrittasi inversa: questo è il motore molecolare che permette al virus di replicare il suo materiale genetico, che sarà poi incorporato in quello della cellula. Gli oncovirus sono all`origine di molte forme di tumore nell`uomo e la ricerca di Dulbecco ha gettato le basi per comprendere in modo più preciso i meccanismi molecolari attraverso i quali si propagano. Inoltre il meccanismo con il quale gli oncovirus fanno degenerare una cellula sana in tumorale somigliano molto a quello più generale con cui una cellula degenera. Sono state queste ricerche a gettare le basi di quella che oggi è la strategia più avanzata della lotta contro il cancro e che si basa sulla possibilità di identificare le tante mutazioni genetiche che permettono al tumore di sfuggire ai farmaci, o di interferire con i meccanismi molecolari grazie ai quali il tumore si sviluppa e si diffonde nell`organismo. Proprio alle basi genetiche dei tumori, in particolare quelli del seno, Dulbecco dedica gli ultimi anni delle sue ricerche. In quest`ottica partecipò direttamente al Progetto Genoma Umano, il progetto internazionale che ha permesso di ottenere la mappa completa del dna dell`uomo. Il Nobel torna infatti in Italia nel 1987 per coordinare i 29 gruppi di ricerca impiegati nella parte italiana dell`impresa, lavorando presso l`Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche a Milano. Il progetto però si arena nel 1995 per mancanza di fondi pubblici.

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