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Sequestrati beni per 12 milioni al boss Crucitti I magistrati: «L`impresa del boss controlla il territorio»

REGGIO CALABRIA Ammonta a circa 12 milioni di euro il valore dei beni sequestrati all’imprenditore Santo Crucitti dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria. Su proposta del procura…

Pubblicato il: 23/02/2012 – 9:50
Sequestrati beni per 12 milioni al boss Crucitti I magistrati: «L`impresa del boss controlla il territorio»

REGGIO CALABRIA Ammonta a circa 12 milioni di euro il valore dei beni sequestrati all’imprenditore Santo Crucitti dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria. Su proposta del procuratore Giuseppe Pignatone e dell’aggiunto Nicola Gratteri, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio ha disposto i sigilli all’impero del boss di Pietrastorta. Coinvolto nelle inchieste “Raccordo” e “Sistema”, Crucitti  risulta infatti il capo  dell’omonima cosca operante nel territorio di Condera e Pietrastorta, nella zona pedemontana di Reggio Calabria. Già condannato in primo grado per associazione mafiosa a 6 anni e 8 mesi, il boss è ritenuto un soggetto che, attraverso sistematiche turbative di gare d’appalto, vivesse abitualmente dei proventi di attività delittuosa. Nelle due inchieste che lo hanno coinvolto nel 2011, gli è stato contestato anche il reato di bancarotta e intestazione fittizia di beni aggravata dall’aver agito con metodo mafioso. Ritornando al provvedimento di sequestro, la Dia ha accertato l’assenza, in capo al Crucitti e ai familiari, di risorse lecite idonee a giustificare investimenti di grossa entità oltre a una cospicua sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Tra i beni colpiti dal sequestro c’è l’impresa Epi srl, operante nel settore edilizio, che secondo i magistrati era «lo strumento imprenditoriale attraverso il quale la “cosca” controlla il territorio e si accaparra profitti che altrimenti non avrebbe modo di acquisire». Oltre al capitale sociale e all’intero patrimonio dell’Epi Srl, i sigilli hanno interessato la “Fin. Reggio srl” (società che si occupava di consulenza aziendale, elaborazione dati per conto terzi e mediazione creditizia), le quote di Antonino Gennaro Crucitti relative alla “Fitland società sportiva dilentattistica A.r.l. (circa il 70%); l’intero patrimonio aziendale dell’impresa edile di Antonino Gennaro Crucitti e tre immobili.
L`imprenditore edile Santo Crucitti è rimasto coinvolto nelle operazioni “Sistema“ e “Raccordo“. Nel primo procedimento, il gup di Reggio Calabria, è stato condannato in abbreviato l`8 febbraio 2010, a sei anni ed otto mesi di reclusione per associazione mafiosa. Nel secondo procedimento, Crucitti è stato prima sottoposto a fermo e poi arrestato in esecuzione di un`ordinanza di custodia cautelare del gip di Reggio nell`aprile 2011 per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni aggravata dall`aver agito con metodo mafioso. Successivamente Crucitti è stato colpito da un`altra ordinanza di custodia nel novembre 2011 per bancarotta in relazione alla società “Planet Food“ e fittizia intestazione aggravati da metodo mafioso, da parte del nipote Antonio Gennaro Crucitti delle quote della società “Epi Srl“ e della “Fitland“ società sportiva dilettantistica. Sul fronte patrimoniale, la Dia ha accertato che Crucitti e la sua famiglia non hanno redditi leciti sufficienti a giustificare investimenti di grossa entità rilevando la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto. Inoltre, secondo la Dda, l`impresa Epi, operante nel settore edilizio, sarebbe lo strumento imprenditoriale attraverso il quale la cosca controlla il territorio e si accaparra profitti che altrimenti non avrebbe modo di acquisire.

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