REGGIO CALABRIA Cinque tra funzionari e tecnici dell`Aterp e i titolari di 10 aziende del Reggino sono indagati in stato di libertà per associazione mafiosa, intestazione fraudolenta di valori, corruzione e falso ideologico nell`ambito di un`inchiesta della Dda che ha disposto nei loro confronti delle perquisizioni in corso di esecuzione da parte dai finanzieri del Gruppo di Reggio Calabria. Le ditte e società di costruzioni e lavori edili coinvolte nell`inchiesta sono aggiudicatarie di appalti dall`ente. L`indagine mira ad accertare la possibile commistione tra il gestore di fatto di una ditta di Reggio Calabria, già condannato definitivamente per associazione mafiosa, e un funzionario dell`Aterp il quale, grazie agli stretti legami di amicizia instaurati, si sarebbe prodigato per far affidare alla ditta intestata alla moglie del pregiudicato lavori pubblici d`urgenza da parte dell`ente, successivamente subappaltati ad altre ditte compiacenti al fine, secondo l`ipotesi degli investigatori, di non incorrere nelle misure patrimoniali antimafia. I comportamenti illeciti sarebbero stati posti in essere anche da altri tecnici e funzionari dell`Aterp. Secondo l`ipotesi dell`accusa, i funzionari Aterp affidavano la ristrutturazione di immobili alle ditte in cambio di lavori privati su beni di proprietà degli stessi funzionari. Accertamenti sono in corso anche per verificare se i preventivi di spesa relativi ai lavori siano stati “gonfiati“ per fare guadagnare di più le ditte amiche.
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