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La comunità di don Panizza ancora nel mirino

LAMEZIA TERME È di nuovo nel mirino la comunità “Progetto sud” di don Giacomo Panizza, la cui sede è stata bersaglio di un colpo di pistola la notte scorsa. Lo sparo ha raggiunto la finestra della …

Pubblicato il: 26/02/2012 – 11:14
La comunità di don Panizza ancora nel mirino

LAMEZIA TERME È di nuovo nel mirino la comunità “Progetto sud” di don Giacomo Panizza, la cui sede è stata bersaglio di un colpo di pistola la notte scorsa. Lo sparo ha raggiunto la finestra della sala tv posta al secondo piano della struttura che ospita, all`interno di un palazzo confiscato alla mafia, un centro per minori. Si tratta della stessa sede che nelle scorse settimane era stata teatro di un altro bruttissimo danneggiamento, consistito nell`incendio del portone dello stabile. Continua quindi a dare fastidio l`impegno sociale di questo prete scomodo che, in una zona di Lamezia dove alta è l`incidenza della devianza giovanle e della criminalità organizzata, offre occasioni di riscatto alle giovani generazioni e non rinuncia a smuovere le coscienze. Proprio per mercoledì prossimo, infatti, la comunità di don Panizza ha in programma la manifestazione “Il giorno che non c`è”, finalizzata a far sentire forte la voce della Lamezia degli onesti contro l`escalation criminale nel quartiere di Capizzaglie. Stamane, appena appresa la notizia, il questore e il prefetto di Catanzaro si sono recati sul posto, il primo per coordinare ad un più alto livello le indagini, l`altro per testimoniare la nuova vicinanza delle istituzioni alla comunità colpita. «È una cosa gravissima – ha commentato don Panizza – perché la pallottola è entrata dritta anche se erano le 4,10 di stamattina e questo ti lascia inerme di fronte alla vigliaccheria». Il presidente di “Progetto Sud” – che gestisce l`immobile confiscato alla cosca Torcasio oggetto dell`intimidazione – ha invitato alla mobilitazione. «Sì ai servizi. Sì alle manifestazioni, quindi. Le cose che servono – ha detto – non si possono non fare. Purtroppo è brutto dire che le pallottole fanno male e che non ci fermeranno. Ma la solidarietà va partecipata e vissuta giorno dopo giorno. È il momento di resistere tutti insieme – ha concluso il parroco antindrangheta – per traghettare un`altra Calabria». Il sindaco di Lamezia, Gianni Sperzanza, appena appresa la notizia, insieme al vicesindaco, è stato alla Comunità Progetto Sud in via dei bizantini nel palazzo confiscato alla criminalità organizzata. «Insieme agli elementi di preoccupazione – ha affernato il primo cittadino–, ho visto che le indagini si sono sviluppate immediatamente e aspettiamo prima di fare qualsiasi commento le conclusioni a cui arriveranno gli inquirenti. Sul piano generale voglio dire che il cammino iniziato negli anni scorsi sta andando avanti. Ricordo che nel 2003, alla presenza di Rita Borsellino e di Libera, eravamo soltanto alcune decine di persone all`iniziativa di apertura di quel palazzo che era stato appena assegnato alla comunità Progetto Sud. In questi anni la città è andata avanti e anche nel quartiere di Capezzaglie si sono sviluppate tante iniziative positive e quel palazzo è diventato il luogo di tante iniziative sociali. La stessa giornata del 29 è parte di questo cammino e processo positivo. L`incontro che avverrà con i giovani ed i cittadini di capizzaglie sarà un altra tappa positiva del cammino della nostra città e della nostra gente”Intanto arrivano le prime reazioni al grave gesto compito contro uno degli uomini simbolo della lotta contro le `ndrine». E anche il deputato del Pdl, Giuseppe Galati, si è unito al coro della solidarietà. «L`atto intimidatorio al centro minori e per diversamente abili di Don Giacomo – ha sostenuto – costituisce episodio di una gravità assoluta». Per questo l`esponente pidiellino ha rimarcato come «occorrono mezzi e risorse adeguate e presidi di legalità indispensabili» per «eliminare connivenze con poteri criminali». «A tal proposito le nuove voci su un possibile ridimensionamento del Tribunale di Lamezia Terme – ha aggiunto Galtai – mi stanno portando in questi giorni, come ho fatto con il precedente Guardasigilli Nitto Palma, a scongiurare questa eventualità ponendo all`attenzione del nuovo governo le necessità impellenti di una città che non potrà assolutamente subire una simile decisione. Farò di tutto perché tale azione, non solo venga scongiurata, ma mi batterò per un ulteriore rilancio del Tribunale di Lamezia Terme». «La manifestazione di giorno 29 febbraio “Il giorno che non c`é la `ndrangheta“ – conclude il deputato del Pdl – costituirà un momento di forte coesione in cui la quasi totalità dei cittadini di Lamezia vorranno esprimere un secco no alla cultura dell`illegalità, dell`arroganza e della prevaricazione». Mentre da Giuseppe Brugnano, segretario provinciale del Coisp, il sindacato indipendente di polizia – arriva una nota polemica: «Provocatoriamente – afferma – potremmo dire di essere stanchi di dare solidarietà a chi in questa terra con la sua normalità cerca di far diventare alcune zone più normali. Siamo stanchi di leggere i proclami di una politica troppo auto referenziale che non offre il giusto sostegno agli operatori di pace». «Già perché don Giacomo Panizza, contro la cui comunità sono stati sparati ancora colpi di pistola, è un operatore di pace in una terra in cui è in atto una vera e propria guerra, – continua Brugnano – combattuta dalla malavita senza esclusione di colpi. Siamo certi che don Panizza, da vero combattente, non mollerà, e noi lo incitiamo a farlo assicurandogli al nostra vicinanza sia come poliziotti sia come cittadini. Ma sono ancora troppo larghe le maglie della legalità e purtroppo – conclude il Segretario calabrese del Sindacato Indipendente di Polizia – è ancora facile per un antistato senza scrupoli colpire chi lo Stato lo serve anche così, in silenzio e con semplicità come Don Giacomo e i tanti preti che combattono le loro battaglie quotidiane in questa regione che cerca la sua rivincita». E solidarietà, non di facciata, è arrivata anche dal presidente di Libera, don Luigi Ciotti. «Esprimo – ha detto il fondatore dell`associazione che da anni si batte contro le mafie in Italia – a nome delle oltre 1600 associazioni della rete di Libera presenza, attenzione, condivisione verso don Panizza e la sua comunità. Sparare su quella comunità, su quella realtà a servizio di tante persone , significa sparare su tutti noi». Il leader di Libera ha poi incitato tutti ad affrontare a viso aperto la `ndrangheta. «Resistere – ha sottolineato – ha la stessa radice latina di esistere, resistere significa esserci, essere presente per mettersi in gioco. A nome di tutte le realtà di Libera ribadiamo che resistenza è impegno da parte di tutti a continuare ad esserci lì in Calabria e nelle tante comunità che si sporcano le mani». Sulla stessa linea di don Ciotti il movimento “Agende Rosse” che ha invitato gli attivisti dell`associazione di don Panizza a «non farsi intimidire, di non cedere alla paura di questi gesti insensati e vigliacchi e di dare oggi più che mai un riscatto morale a questa città, e soprattutto ai giovani che meritano un presente migliore e un futuro diverso da quello che ci hanno lasciato». «Lamezia – hanno sottolinato, in una nota, Manuela Nigro e Francesca Munno, del movimento Agende Rosse Calabria – ha bisogno di respirare, di urlare la propria indignazione, il proprio dissenso di fronte a questi atti, di fronte all`arroganza di quegli uomini che non amano Lamezia, ma che stanno pian piano togliendo la libertà a quella parte di lametini onesti che hanno voglia di vivere serenamente. Non si può delegare sempre la magistratura, che comunque svolge il suo dovere, dobbiamo riprenderci la nostra terra, non chinarci alla rassegnazione, non arrendiamoci alla criminalità e non guardare con indifferenza a tutto ciò che accade intorno a noi».

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