CATANZARO «Si può scrivere una pagina nuova per l`agrumicoltura da industria a Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro». A sostenerlo è la Coldiretti calabrese che invita le multinazionali del settore ad «accorciare la filiera e a sottoscrivere un contratto di trasparenza e remunerativo per le imprese agricole». «Le multinazionali dell`aranciata, in particolare la Coca Cola, in trasparenza e nel rispetto delle regole commerciali – afferma Pietro Molinaro – riconoscano alla produzione calabrese il giusto valore, nel rispetto dei valori di eticità e dei vincoli sociali a beneficio dei cittadini-consumatori e dell`economia di un territorio. Da oltre un anno e mezzo siamo impegnati a far emergere le contraddizioni di un sistema che mostrava “crepe” da ogni parte. Niente remunerazione per i produttori (0,7 i centesimi pagati per un chilo di arance) con i frutti che non vengono raccolti, bassa paga per i lavoratori extracomunitari, chiusura delle industrie di trasformazione. Di fatto, una situazione economica che ha compromesso anche l`indotto nonché il territorio dal punto di vista ambientale». «Da sempre abbiamo condannato – prosegue Molinaro – e continuiamo a farlo forme di illegalità, di infiltrazioni e di pratiche commerciali scorrette, prova ne sono i protocolli di intesa firmati con le autorità preposte all`ordine pubblico ed alla sicurezza alimentare dei cittadini. Quell`ombra di razzismo, che lo ribadiamo, non appartiene alla cultura dei calabresi, che, nei secoli e tutt`ora fanno dell`accoglienza e della solidarietà i caratteri distintivi di una regione, deve diradarsi e sparire. Un`intesa in tal senso sarebbe una grande novità perché accorcerebbe e razionalizzerebbe la filiera e consentirebbe di aumentare la competitività del succo di agrumi calabrese favorendo un`equa remunerazione al mondo della coltivazione dando serenità a un settore strategico per valore economico e occupazionale in questa area della regione. Una certificazione etica da spendere su un mercato sempre più esigente e attento».
x
x