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`Ndrangheta al Nord, il ministro Cancellieri: preoccupa il livello di omertà

ROMA «Recenti analisi investigative guardano con preoccupazione all`affermarsi, anche oltre i confini del Mezzogiorno, di atteggiamenti omertosi che sembrano replicare stili comportamentali tipici …

Pubblicato il: 28/02/2012 – 17:24
`Ndrangheta al Nord, il ministro Cancellieri: preoccupa il livello di omertà

ROMA «Recenti analisi investigative guardano con preoccupazione all`affermarsi, anche oltre i confini del Mezzogiorno, di atteggiamenti omertosi che sembrano replicare stili comportamentali tipici di scenari “a legalità debole”». Lo ha detto il ministro dell`Interno, Annamaria Cancellieri, in audizione alla commissione Antimafia, spiegando che, per la penetrazione delle mafie, in particolare della `ndrangheta nei territori del Nord, è il caso di parlare di “questione settentrionale”. La `ndrangheta, ha sottolineato il ministro, «ha salde radici anche nel Nord Italia e da questo punto di vista conferma la diagnosi di organizzazione criminale oggi più pericolosa tra quelle che hanno avuto origine nel nostro Paese». La mafia calabrese, ha aggiunto, «a differenza di altre consorterie, costituisce proprie strutture nei territori di nuovo insediamento, collocandovi le cosiddette “locali”, organizzate secondo il modello criminale che vige nelle stesse terre di provenienza». «Una presenza così ben articolata – ha evidenziato Cancellieri – autorizza l`ipotesi che la migrazione di elementi `ndranghetisti verso le regioni del Nord persegua il disegno di mettere a disposizione dell`imprenditoria locale, naturale destinataria degli interessi criminali, servizi di protezione extralegale. Rischia perciò di essere poco attuale e fuorviante l`analisi secondo cui l`infiltrazione delle mafie al Nord sia ancora un fenomeno esclusivamente confinato ad attività di riciclaggio o di reinvestimento di capitali illeciti. Si scorgono invece – ha sottolineato – segnali allarmanti di una aggressività che rivolge le proprie mire espansive all`intero contesto, con l`intento di accreditarsi come un interlocutore autorevole e imprescindibile delle varie componenti della società civile e delle istituzioni». «È quindi da rivisitare seriamente – ha messo in guardia –  la considerazione che il trasferimento al Nord delle mafie, specie quella calabrese, non comporti il rischio di uno stabile radicamento, in assenza di “controllo militare” del territorio e di un brodo culturale favorevole». «Il pericolo maggiore – secondo Cancellieri – è che la risalita delle mafie verso i territori settentrionali venga ad essere percepita come mera “questione criminale”, a cui si debba dare, di conseguenza, una risposta prevalentemente repressiva. Essa invece evoca aspetti di tale complessità  sul piano sociale, culturale e soprattutto politico, da richiedere un impegno, severo e profondo, di uguale complessita».

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