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Sanità, venti milioni di rimborsi illeciti ai privati

CATANZARO Quasi venti milioni di euro di danno erariale. Una stima, però, al ribasso; il buco, infatti, sarebbe molto più ampio. L`accertamento della guardia di finanza si è limitato al periodo che…

Pubblicato il: 29/02/2012 – 10:47
Sanità, venti milioni di rimborsi illeciti ai privati

CATANZARO Quasi venti milioni di euro di danno erariale. Una stima, però, al ribasso; il buco, infatti, sarebbe molto più ampio. L`accertamento della guardia di finanza si è limitato al periodo che va dal 2007 al 2010, tutto ciò che è avvenuto prima è ormai prescritto. Ma anche per i tre anni oggetto di indagine il quadro è tutt`altro che definito; basti pensare che non è stato possibile quantificare la spesa sostenuta dall`Asp di Reggio Calabria nel 2007, perché manca la necessaria documentazione. Decine di milioni di euro di cui adesso saranno chiamati a rispondere trenta persone, tra direttori generali e commissari delle Asp, che sono state segnalate alla Corte dei conti. A fornire i particolari dell`operazione sono stati il procuratore regionale della Corte dei conti, Cristina Astraldi De Zorzi, dal comandante provinciale della guardia di finanza Salvatore Tatta, da quello del nucleo di polizia tributaria Fabio Canziani e da quello del gruppo tutela spesa pubblica Fabio Bianco. Il danno erariale, hanno spiegato gli investigatori, è stato provocato dalle non corrette modalità con cui le aziende sanitarie provinciali hanno rimborsato ai laboratori di analisi privati le prestazioni specialistiche. Tre le irregolarità riscontrate dalle fiamme gialle. Innanzitutto la mancata applicazione del tariffario cosiddetto “Bindi”. Secondo quanto accertato dai finanzieri ogni Asp rimborsava i privati applicando tariffari sempre diversi e comunque con importi di gran lunga superiori a quanto stabilito dalla legge varata nel 1996. Disattesa anche la norma relativa alla “scontistica” che dovrebbe essere applicata al quantitativo di prestazioni previsto dal contratto con le Asp. In Calabria, invece, veniva applicata sul totale delle prestazioni effettuate dai laboratori anche quelle eccedenti il tetto massimo previsto dal contratto con l`Azienda sanitaria. È stato, infine, accertato che le Asp non trattenevano, in fase di liquidazione, gli importi dei ticket che i cittadini avevano già pagato direttamente ai laboratori.
La maglia nera del danno erariale l`ha conquistata l`Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Nel periodo preso in esame, dal 2007 al 2010, infatti, il danno calcolato è stato di 8.578.200 euro, maturato in gran parte, 5,7 milioni, nel 2008. L`Azienda risultata più virtuosa è stata quella di Catanzaro, che nel periodo preso in esame ha fatto registrare un danno di 260 mila euro. Per quanto riguarda l`Asp di Reggio Calabria, nel 2007 il danno (3,5 milioni nel complesso) è stato pari a zero ma solo perché, è stato spiegato, gli amministratori non sono stati in grado di fornire la documentazione relativa a quell`anno. Nell`Asp di Crotone è stato segnalato un danno di 4,4 milioni mentre in quella di Vibo di 2,1 milioni. Le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità penali.

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