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«Dalla maggioranza uno squallido e vergognoso attacco alla democrazia»

«Un folle documento che rappresenta uno squallido e vergognoso attacco alle più elementari regole democratiche e al normale pluralismo sancito dalla Carta costituzionale del nostro Paese». Così Iva…

Pubblicato il: 29/02/2012 – 13:53
«Dalla maggioranza uno squallido e vergognoso attacco alla democrazia»

«Un folle documento che rappresenta uno squallido e vergognoso attacco alle più elementari regole democratiche e al normale pluralismo sancito dalla Carta costituzionale del nostro Paese». Così Ivan Tripodi, segretario cittadino del Pdci di Reggio Calabria, definisce l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale della città dello Stretto, con cui viene impegnato il sindaco ad agire in giudizio contro chi lederebbe l’immagine dell’amministrazione comunale.
«Nella recentissima seduta del civico consesso, il Pdl e i suoi satelliti hanno votato un documento con il quale, a Reggio, si vorrebbe sospendere la democrazia – prosegue Tripodi – e istituzionalizzare il bavaglio e il silenzio all’opposizione politica e sociale, alla stampa libera e ai giornalisti, definiti incredibilmente “diffusori” di notizie false, e a tutti i tantissimi singoli cittadini che, esausti e nauseati da un sistema di potere che ha ridotto la città ad un colabrodo, hanno la sola colpa di denunciare la tragica realtà. Mai nella storia della nostra città si era arrivati a un livello così infimo e basso».
Secondo il dirigente del Pdci, «qualcuno pensa, o spera, di vivere nel triste e nefasto periodo del ventennio di dittatura fascista, epoca nella quale era drammaticamente annullata e vietata anche la semplice libertà di opinione. Ebbene, dopo quasi 67 anni, il consiglio comunale di Reggio Calabria ha deliberato che procederà con tutti i mezzi, manca solo la deportazione e l’eliminazione fisica, per mettere alla gogna tutti coloro i quali si macchieranno del reato di critica e di denuncia delle pesanti malefatte che la città di Reggio sta subendo da quasi un decennio. Sia chiaro una volta per tutte: noi comunisti non ci faremo minimamente intimidire o zittire». Tripodi richiama, tra l’altro, la «bancarotta etica, morale e finanziaria» di Reggio: «Una realtà caratterizzata, per esempio, dal pesantissimo, e ancora parziale, buco di oltre 170 milioni di euro nel bilancio comunale e dalla scoperta, effettuata dalla magistratura, delle gravissime infiltrazioni mafiose nella “Multiservizi”, diventata, attraverso prestanome, dependance della cosca Tegano. Secondo Arena – prosegue Tripodi – non si dovrebbero ricordare i gravissimi fatti avvenuti come l’arresto di un consigliere comunale o la scoperta di ripetute frequentazioni, da parte di un assessore comunale in carica, con un boss della ‘ndrangheta. Ma, soprattutto, si vorrebbe, addirittura, accusare chi ha giustamente evidenziato le dichiarazioni rese, sotto giuramento in un’aula di tribunale, dal colonello dei carabinieri Valerio Giardina che hanno inchiodato a pesantissime e gravissime responsabilità l’ex sindaco e attuale presidente della Regione Giuseppe Scopelliti. Il bavaglio è, quindi, l’ultimo tristissimo atto di un consiglio comunale che, oggi più che mai, deve essere rapidamente sciolto e mandato a casa. Del resto – conclude Ivan Tripodi – la presenza della Commissione d’accesso, voluta dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, ha rappresentato la logica conclusione del “modello Reggio”».

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