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Lamezia si riprende Capizzaglie

“Mettiamoci in marcia per rimettere in marcia la città”. Don Giacomo Panizza conclude così il suo intervento dai gradini della scuola media che solo pochi giorni fa è stata vittima di un raid vanda…

Pubblicato il: 29/02/2012 – 22:28
Lamezia si riprende Capizzaglie

“Mettiamoci in marcia per rimettere in marcia la città”. Don Giacomo Panizza conclude così il suo intervento dai gradini della scuola media che solo pochi giorni fa è stata vittima di un raid vandalico. E’ partito da qui il lungo corteo del “giorno che non c’è” a Lamezia Terme. In testa i bambini delle scuole, in coda, almeno per oggi, i rappresentanti della politica locale.  Più di duemila persone hanno risposto all’appello di Cgil e della comunità Progetto Sud, hanno sfidato il freddo pungente per “riprendere possesso della città”, per portare vita, gioia, colore in strade segnate dalla violenza criminale. La marcia così ha attraversato tutto viale dei Bizantini, divenuta simbolo della nuova escalation criminale a Lamezia Terme: il bar dove si è sparato, il marciapiede dove si è versato il sangue, il negozio dove è esplosa la bomba. Ci si ferma sotto la sede della comunità di don Giacomo Panizza. Una palazzina di tre piani sottratta al clan Torcasio, nel cuore del quartiere controllato dalla cosca. Tra sabato e domenica l’ennesima intimidazione: uno sparo ha mandato in frantumi la finestra. Oggi, però, è tutto diverso, perché questa sera, ha detto il cantastorie Nino Racco, è “il giorno della libertà”. Libero come si sente l’imprenditore Rocco Mangiardi da “quando ho denunciato alle forze dell’ordine chi ogni mese mi costringeva a pagare il pizzo”. Il testimone che ha fatto arrestare i suoi aguzzini si rivolge poi ai giovani: “ribellatevi quando vi dicono che il futuro lo cambierete voi. Non è vero il futuro dobbiamo costruirlo insieme, i figli insieme ai genitori”. Il corteo prosegue ancora, sfila sotto le finestre socchiuse. Arriva sotto il palco allestito davanti alla chiesa di Capizzaglie. “Oggi ci siamo svegliati dal letargo, ora possiamo vincere” è il messaggio del prefetto Antonio Reppucci. Il vescovo Luigi Cantafora invita tutta la comunità lametina “ad assumersi la propria responsabilità, ognuno deve fare la propria parte”. In prima fila ci sono tutti i magistrati del tribunale di Lamezia Terme, giudici e pm insieme al presidente Spadaro. Sul palco sale il procuratore Salvatore Vitello, accanto a lui il procuratore generale Santi Consolo e il procuratore distrettuale Vincenzo Lombardo. Rivolgendosi ai lametini promette: “Vi siamo vicini e vogliamo lottare insieme a voi”. Poi parla agli uomini della ‘ndrangheta: “Fermatevi, l’unica prospettiva che avete è il carcere o la morte. Non illudetevi anche se adesso guidate macchine potenti e lussuose, ve le confischeremo. Fermatevi adesso, perché il nostro presidio di legalità non arretrerà”. Dall’entusiasmo della gente che ha sfilato a Capizzaglie viene da dare ragione al sindaco Gianni Speranza: “Da domani nulla sarà più come prima”.

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