Tra gli arrestati nell`ambito dell`operazione “Black hawks”, che ha fatto luce su un sistema di estorsioni, prestiti a strozzo e truffe perpetrati dal clan Facchineri in Lombardia, figurano anche un finto capitano della guardia di finanza che prometteva agevolazioni nelle verifiche fiscali e un carabiniere (ma, in questo caso, vero) del comando di Monza che gli faceva da “garante”.
Tra le otto persone finite in carcere (una ai domiciliari, gli altri 14 destinatari dell`ordinanza erano già detenuti) c`è il vicebrigadiere dell`Arma Salvatore Russo.
Il funzionamento del sistema era garantito da due uomini chiave dell`organizzazione, Gianluca Giovannini e Orlando Purita. Secondo quanto emerge dalla lettura delle oltre 400 pagine dell`ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Milano, i due avrebbero curato affari illeciti (soprattutto nel campo dei prestiti usurari) per conto del clan Facchineri. Giovannini, nella sua qualità di broker del settore nautico, individuava gli imprenditori vittime e si procurava informazioni sulle società. L`altro mediatore, Purita, si presentava a questi millantando di essere il capitano Morabito della Guardia di Finanza di Roma e di avere conoscenze influenti ai vertici del corpo. «In almeno un`occasione – si legge nell`ordinanza firmata dal gip Luigi Varanelli – tale falsa attribuzione è stata confermata grazie al contributo del suo amico Salvatore Russo alias “Paolo”, col grado di vicebrigadiere e attualmente in servizio presso il Nor di Monza».
In cambio dei «servizi» prestati, Russo avrebbe percepito la somma di 15mila euro da parte dei “mediatori” del clan Facchineri. Denaro che avrebbe costituito, secondo l`accusa, il prezzo della sua corruzione.
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