Tra i profili più rilevanti dell’attività del sodalizio criminale smantellato nel blitz di Milano, vi è la truffa perpetrata ai danni di alcuni imprenditori. A questi ultimi, Purita e Giovannini, i “mediatori” del clan Facchineri, prospettavano di essere in grado di evitare e bloccare
i controlli imminenti dei finanzieri e, in cambio, incassavano denaro. Il falso capitano della Guardia di Finanza, Purita, offriva alle sue vittime la “promessa del cappello”, cioè
«tutte le volte che una procura attraverso la guardia di finanza chiede di indagare nei confronti di un soggetto, questa richiesta arriva su Roma e viene stoppata». Uno degli imprenditori che sono rimasti vittima del raggiro sarebbe Giulio Lolli, un imprenditore bolognese del settore nautico, ricercato per bancarotta e fuggito in Libia. Nel Paese nordafricano, Lolli si sarebbe unito alle forze ribelli contro il colonnello Gheddafi durante la rivolta. Per evitare le verifiche fiscali, l’imprenditore avrebbe versato 200mila euro al falso capitano delle Fiamme gialle.
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