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Rigassificatore, le ragioni del "no"

GIOIA TAURO Progetto lacunoso, impatto ambientale sottovalutato, finto deficit energetico: si muove soprattutto attraverso questi tre “capitoli” l`articolato ordine del giorno presentato dal consig…

Pubblicato il: 02/03/2012 – 15:47
Rigassificatore, le ragioni del "no"

GIOIA TAURO Progetto lacunoso, impatto ambientale sottovalutato, finto deficit energetico: si muove soprattutto attraverso questi tre “capitoli” l`articolato ordine del giorno presentato dal consigliere provinciale Giuseppe Longo che impegna l`ente a votare contro la programmazione del rigassificatore di Gioia Tauro. Il documento, che l`esponente di Rifondazione comunista ha protocollato stamane, potrebbe essere discusso nella seduta del prossimo 9 marzo del consiglio provinciale guidato dal centrodestra. Il consigliere provinciale dà atto che i i tre Comuni amministrativamente interessati al passaggio della tubatura e alla costruzione dell`impianto – Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando – si sono già espressi, nel 2009, a favore dell`opera, ma ricorda come in queste settimane il Municipio gioiese abbia rivisto la propria posizione revocando la delibera con cui aveva autorizzato il progetto. Un ripensamento, la cui validità ai fini amministrativi è tutt`altro che certa, che per il momento sembra contagiare il Comune di Rosarno ma non quello di San Ferdinando, segnalando una evidente frattura nel fronte degli enti locali.   

IL PROGETTO  
«Le considerazioni inserite negli elaborati progettuali presentati dalla Lng Medgas – afferma Longo – non tengono assolutamente conto della particolare e significativa condizione di rischio sismico del territorio gioiese. Tale condizione incrementa sensibilmente la potenzialità di rischio legata ad un tale stabilimento che, per il caso eventi tellurici di grave entità, esporrebbe i cittadini ed il territorio ad enormi rischi;?non si conoscono né l’impatto delle stringenti distanze di sicurezza, imposte rispetto alle navi gasiere sul traffico navale riguardante il porto di Gioia Tauro, né gli effetti indiretti che il rigassificatore potrebbe comportare sulle attività tutte dello scalo».
Il consigliere provinciale cinquefrondese, in tal modo, va al cuore di una delle due problematiche collegate ad una programmazione che va avanti, tra silenzi e fasi di stallo, dal 2005: ovvero il rischio incidenti. Un problema che, a rigor di logica, dovrebbe riguardare solo ed esclusivamente le aziende che operano nell`area portuale-industriale e, soprattutto, il centro di San Ferdinando, le cui case sorgono a pochissima distanza dai tubi, lunghi 6 chilometri, che collegano le navi, che trasportano il gas allo stato liquido, all`impianto di trasformazione posto nella zona industriale.

IMPATTO AMBIENTALE    
«Tra i numerosi effetti negativi dell’impianto – prosegue l`ordine del giorno di Longo nella parte che riguarda il secondo problema legato alla programmazione, il rischio per l`ambiente – è previsto l’utilizzo di biocidi, nella fattispecie di candeggina, per il mantenimento dello stato delle tubazioni, i quali verranno miscelati con l’acqua di mare necessaria per il riscaldamento del Gnl (gas naturale liquido, ndr), e infine in essa riversati, con imprevedibili effetti visto il già alto tasso di componenti inquinanti presenti nello specchio d’acqua antistante la costa;?l’acqua utilizzata per il riscaldamento del Gnl, verrebbe inoltre rilasciata in mare a una temperatura più bassa di 7 gradi rispetto a quella prelevata, ancora una volta con effetti imprevedibili, in questo caso sull’ecosistema marino e sul microclima: il progetto presentato dalla Lng nulla specifica sul destino dell’ipoclorito usato e sulle modalità di salvaguardia dell’ambiente tenuto conto che cloro e cloro derivati sono sostanze altamente dannose». Anche in questo caso, quindi, critiche molto circostanziate che chiamano in causa la scarsa informazione che enti quali la Regione e la Provincia hanno da sempre contribuito ad alimentare, lasciando ai Comuni e alla società proponente il compito di socializzare l`argomento, con l`effetto che si può immaginare trattandosi, in un caso, di piccole istituzioni, e nell`altro, di una parte interessata.

FINTO FABBISOGNO    
«Le minacce di carenze di gas, e di futuri inverni al freddo paventate dai mass media  – afferma sul punto l`odg – sono smentite dalle uniche previsioni ufficiali disponibili, quelle fornite dalla “cabina di regia” istituita dal governo Prodi nell’agosto 2006, secondo le quali nel 2015 l’Italia avrà bisogno di 108 miliardi di metri cubi di gas, ma sempre stando alle cifre ufficiali relative ai gasdotti da potenziare e da realizzare, alla stessa data arriveranno in Italia dai 124 ai 130 miliardi metri cubi di gas (dal 14 al 20% in più del fabbisogno, fra l’altro evidentemente sovrastimato)». Anche su questo punto il documento presentato da Longo intercetta il senso delle ultime novità emerse da un iter lunghissimo e farraginoso che, dopo il via libera ottenuto in sede locale e con un protocollo d`intesa che giustamente divide solo tra i tre comuni amministrativamente interessati royalties per 10 milioni di euro, è stato a lungo insabbiato durante il governo Berlusconi ed è stato “rispolverato” recentemente dal ministro dell`Ambiente Corrado Clini. L`uomo di governo, come si ricorderà, non era entrato nel merito del progetto, né ha accennato alle difficoltà finanziarie che la società di Iride-Sorgenia starebbe attraversando. Aveva semplicemente detto che, vista la dipendenza dalla Russia dell`approvvigionamento di Gas, occorre dotare il Paese di impianti simili a quello che si vuol costruire in Calabria.  Nell`ordine del giorno di Longo, infine, non vengono affrontate le tematiche della convenienza economica legate alla possibile costruzione dell`impianto – che, al contrario, erano state sviscerate nei giorni scorsi dalla Cgil, organizzazione sindacale che è favorevole al terminal del gas – e che la Regione intende collegare alla cosiddetta “piastra del freddo”: un insieme di aziende dedite alla conservazione e allo smistamento via mare di prodotti agricoli, che si insedierebbero nell`area potendo contare sulla produzione gratuita di fonti energetiche ricavate durante il processo di trasformazione del gas dallo stato liquido a quello aeriforme. Come si vede, quindi, il progetto continua a dividere sul territorio nel silenzio della Regione e della società proponente, che tentano di rimettere in carreggiata un iter amministrativo che, in attesa dell`ultimo probabile via libera del Consiglio superiore dei lavori pubblici, non è affatto scontato che venga ripreso.

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