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Strage della gelosia a Brescia, giovane coppia reggina tra le 4 vittime

BRESCIA La `ndrangheta stavolta non c`entra ma la cronaca nera che arriva dalla Lombardia “parla” ancora calabrese. La tragedia è accaduta nella notte tra sabato e domenica: un uomo di 34 anni, Mar…

Pubblicato il: 04/03/2012 – 10:44
Strage della gelosia a Brescia, giovane coppia reggina tra le 4 vittime

BRESCIA La `ndrangheta stavolta non c`entra ma la cronaca nera che arriva dalla Lombardia “parla” ancora calabrese. La tragedia è accaduta nella notte tra sabato e domenica: un uomo di 34 anni, Mario Albanese, camionista di Modugno (Bari), forse sotto l`effetto di stupefacenti ha fatto fuoco sulla ex compagna Francesca Alleruzzo, maestra elementare, e sul suo nuovo compagno, Vito Macandino, ammazzandoli. Poi è entrato in casa e ha ucciso Chiara Matalone, la figlia 19enne della donna, avuta da una precedente relazione, e il fidanzato, suo coetaneo, Domenico Tortorici, che dormiva con lei: i due giovani, reggini, erano arrivati da qualche giorno dalla Calabria ed erano a Brescia di passaggio. Nell`abitazione c`erano anche le tre figlie (frutto della sua relazione con la donna) di 10, 7 e 5 anni, uscite incolumi.
Albanese si era appostato sotto la casa di famiglia armato di una Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa, nel quartiere San Polo, per aspettare l`ex moglie 45enne e quando l`ha vista arrivare con il suo nuovo compagno, 58 anni, è scattata la furia omicida. La gelosia sarebbe alla base del folle gesto. Sembra che la coppia si fosse separata da meno di due anni e che l`uomo non avesse mai accettato la fine della relazione, a quanto affermano i vicini di casa, alcuni dei quali hanno raccontato di aver visto l`uomo nel quartiere fino a pochi giorni fa.
Subito dopo gli spari, Albanese è stato fermato da un carabiniere fuori servizio che vive poco distante, svegliato dalle urla per strada. Quando i due si sono trovati di fronte, Albanese ha sparato altri due colpi di pistola sui corpi ormai esanimi dell`ex moglie e del nuovo compagno. Poi ha rivolto la pistola contro se stesso, ma l`arma si è inceppata. Il carabiniere – in borghese oltre che disarmato – e Albanese hanno avuto una violenta colluttazione, sono rimasti entrambi feriti, ma alla fine il militare è riuscito a disarmare l`uomo, che poi è stato arrestato. In serata, davanti agli inquirenti si è avvalso della facoltà di non rispondere.

L`AMORE E IL SOGNO SPEZZATO
DI UN LAVORO E UNA VITA NUOVA
La notizia della morte di Chiara e Domenico ha scosso le comunità di Catona e Salice, i quartieri che li avevano visti nascere e crescere. I due ragazzi si erano conosciuti un paio d`anni fa. Il loro amore, sbocciato come accade tra adolescenti, somigliava però a una passione più matura. Tant`è che, quando Chiara decise di trasferirsi a Brescia dalla madre, Domenico iniziò a cercare un modo per seguirla. Dapprima andava in Lombardia appena possibile, poi cominciò a industriarsi per trovare un posto di lavoro. Sembrava ce l`avesse fatta, proprio nei giorni scorsi. Il sogno di emigrare al Nord per stare vicino al suo amore stava per diventare realtà. E poco importa se, per seguirlo, avrebbe dovuto abbandonare la sua città e il suo quartiere, dove era amato e apprezzato da tutti (era anche il capitano della Polisportiva Salice). I sogni e la realtà. La seconda, la scorsa notte, ha annientato i primi.

AVEVA IN TASCA DELLA DROGA
L`IPOTESI: AVREBBE AGITO SOTTO I SUOI EFFETTI
Il camionista che ha ucciso l`ex moglie, il suo nuovo compagno, la figlia di lei e il suo fidanzatino, è risultato positivo al narcotest e quando la scorsa notte ha commesso i due duplici omicidi aveva con sé della droga. Albanese, infatti, subito dopo l`arresto, è stato portato in ospedale per una serie di esami. Da indiscrezioni in ambienti sanitari si è appreso che i primi riscontri su una eventuale assunzione di sostanze psicotrope sarebbe positiva. Gli inquirenti, che sul particolare mantengono il massimo riserbo, dovranno comunque attendere l`esito ufficiale degli accertamenti tossicologici, che verrà consegnato dai medici tra diversi giorni all`autorità giudiziaria. Intanto, però, pare prendere corpo l`ipotesi secondo la quale il camionista, che ha ucciso con ferocia ed efferatezza, avrebbe agito sotto l`influsso di sostanze psicotrope. L`uomo, infatti – prima di essere sottoposto in ospedale al narcotest che sarebbe risultato positivo -, quando è stato fermato dalla polizia e perquisito aveva in tasca della sostanza stupefacente. Non è stato precisato di che tipo, ma dovrebbe trattarsi di cocaina o di cannabinoidi.
I primi ad arrivare sul posto, dopo che il carabiniere intervenuto ha dato l`allarme, sono stati gli agenti di una voltante. I poliziotti hanno trovato il militare che ancora stava lottando con l`omicida, e che cercava di tenerlo bloccato tenendogli una mano sul collo, contro il muro, mentre con l`altra gli teneva fermo il polso per impedirgli di muovere la pistola che impugnava. Gli agenti sono intervenuti per aiutarlo e l`uomo è stato ammanettato e portato in questura. La pistola, un`arma clandestina, l`uomo se la sarebbe procurata «da un po` di tempo», secondo quanto da lui stesso dichiarato.

IL PROCURATORE: «L`UOMO È DIVENTATO UNA BELVA»
L`APPUNTATO “EROE” E LE TRE BIMBE IN LACRIME
«È una tragedia nella quale l`uomo è diventato una belva»: così il capo della Procura della Repubblica di Brescia, Fabio Salamone, ha commentato la strage compiuta da Albanese dopo averne raccontato nel dettaglio la dinamica: il camionista pugliese è giunto davanti alla casa dell`ex moglie e l`ha attesa. Quando la donna è arrivata in auto, in compagnia di un amico, Albanese è uscito alla scoperto e ha sparato più colpi di pistola, quindi è entrato in casa della donna dove si trovavano la figlia, che la sua ex moglie aveva avuto da un`altra relazione e un ragazzo, uccidendo anche loro. Fortunatamente ha risparmiato le sue tre bambine di 10, 7 e 5 anni, che aveva avuto con la donna. Albanese è quindi tornato in strada e, secondo alcuni testimoni, ha sparato contro l`ex moglie e l`amico altri due colpi. I due, pur feriti, infatti, erano riusciti a uscire dalla macchina.
Davanti alla casa oltre ad alcune persone, svegliate dai colpi di pistola, è arrivato anche un appuntato dei carabinieri che abita a pochi metri di distanza. Albanese si è puntato la pistola alla testa, ma il carabiniere con un balzo lo ha bloccato. Non è chiaro, allo stato, se il camionista abbia premuto il grilletto e se la pistola si sia inceppata. C`è stata una colluttazione e Mario Albanese è stato bloccato.
Il capo della squadra mobile di Brescia nella conferenza stampa in Procura ha sottolineato il coraggio dell`appuntato scelto Ivano Gatti del nucleo radiomobile di Brescia. Che in un`intervista all`Ansa ha raccontato come dopo la colluttazione con l`omicida sia riuscito a recuperare le chiavi dell`appartamento, una delle scene del crimine. Ha aperto la porta d`ingresso e si è trovato di fronte le tre bambine di 5, 7 e 11 anni, in lacrime. «Le ho accompagnate nel mio appartamento per affidarle alla mia convivente, che le bimbe conoscono bene, in attesa che arrivasse la squadra della questura». Il militare conosceva Mario Albanese: «L`ho visto diverse volte, l`ho aiutato con la batteria della macchina. Era normale vederlo qua». Gatti ha anche raccontato i momenti convulsi della colluttazione: «Mi diceva “mi ammazzo, fammi uccidere”, ma dopo diversi tentativi sono riuscito a togliergli la pistola».

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