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Da Roma allo Stretto lacrime per Matteo Operaio per amore della musica

ROMA Era operaio per scelta. Non un ripiego, non un lavoro tanto per guadagnare. Quello che faceva nella sua vita, Matteo Armellini, lo faceva per passione. Da sempre. E di passioni ne aveva tante,…

Pubblicato il: 05/03/2012 – 18:34
Da Roma allo Stretto lacrime per Matteo Operaio per amore della musica

ROMA Era operaio per scelta. Non un ripiego, non un lavoro tanto per guadagnare. Quello che faceva nella sua vita, Matteo Armellini, lo faceva per passione. Da sempre. E di passioni ne aveva tante, prima tra tutte la musica, per questo portava sempre con se la sua chitarra. E poi il cinema e i lunghi viaggi. Aveva visitato e conosciuto a fondo il Vietnam, la Cambogia e il Giappone. Il giovane operaio romano morto nel crollo di una struttura del palco in allestimento del concerto di Laura Pausini, a Reggio Calabria, era diventato da diversi anni un rigger, un operaio specializzato nell`arrampicarsi su tralicci per montare impianti sonori o luminosi. Era esperto, un vero professionista, dicono i suoi colleghi. «Lui non era un tecnico qualunque», ricorda Patrizia di Meglio, presidente della cooperativa di Castelvecchio Subequo dove in giovane lavorava. «Era un vero professionista che da anni lavorava nel settore dello spettacolo e per grandi artisti. Non era uno che non riusciva a capire le situazioni di pericolo. Per cui anche noi vogliamo sapere di più. Capire cosa sia successo».
Matteo, ricordano alcuni amici, si era laureato in Storia all`università “Roma Tre” e prima aveva frequentato il liceo classico Mamiani, uno dei licei storici della capitale. Al liceo le sue prime passioni che hanno segnato molte scelte e molti anni: la politica e la filosofia. Poi un pò per gioco un pò per mantenersi gli studi universitari aveva cominciato a lavorare per una ditta di supporto tecnico agli spettacoli di diversi artisti in giro per l`Italia. Lui si arrampicava e montava le luci. Viaggiava su e giù per l`Italia e aveva lavorato con diversi artisti da Eros Ramazzotti a Zucchero. E così ha cominciato ad amare e condividere la vita che ruota attorno ai concerti, l`adrenalina e il divertimento che diventano impegno ed attenzione per far sì che altri possano godere di uno spettacolo. E nella lettera d`addio che oggi Laura Pausini ha postato sul suo sito per descrivere il «dolore devastante» per questa assurda morte, l`artista lo ricorda come «un ragazzo giovane, forte, riservato, gentile e sempre attento a far sì che il suo e il nostro lavoro fosse il migliore di tutti». «Mi sento impotente – scrive ancora Laura Pausini – di fronte a questa perdita e vorrei poter far qualcosa ma so di non poter fare niente e questo mi fa sentire ancora peggio. Noi che siamo la tua famiglia in tour ci inchiniamo davanti a te Matteo e all`amicizia e all`amore che mettevi per ogni tuo gesto, sacrificio e aiuto che ci davi». «Era contento, il suo lavoro gli piaceva» raccontano oggi gli amici. Matteo, dicono, forse non avrebbe mai accettato un lavoro sedentario e da piccolo aveva un sogno, fare il pilota d`aereo.

LA MAMMA A REGGIO ALL`OBITORIO PER VEDERE IL FIGLIO
La mamma di Matteo è giunta nel pomeriggio in riva allo Stretto. Agenti della polizia l`hanno accompagnata all`obitorio per vedere il corpo del figlio su autorizzazione del magistrato. La salma si trova infatti al momento sotto sequestro in attesa dell`autopsia che probabilmente sarà eseguita dopodomani. Grande il dolore della donna per la tragedia che ha toccato la sua famiglia.

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