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La strana scelta del Pd a Lamezia Terme

LAMEZIA TERME Rischia di rivelarsi un suicidio politico la scelta compiuta dal Pd a Lamezia Terme. Il commissario regionale del partito, Alfredo D`Attorre, ha imposto e ottenuto che i due assessori…

Pubblicato il: 06/03/2012 – 19:08
La strana scelta del Pd a Lamezia Terme

LAMEZIA TERME Rischia di rivelarsi un suicidio politico la scelta compiuta dal Pd a Lamezia Terme. Il commissario regionale del partito, Alfredo D`Attorre, ha imposto e ottenuto che i due assessori della giunta Speranza (Amendola e De Sensi) rassegnassero le dimissioni, orientando il partito a dare solo un appoggio esterno. La scelta ha lasciato un po` tutti a bocca aperta considerato che tra qualche settimana si torna al voto in alcuni importanti centri come Catanzaro. Appresa la decisione, il primo cittadino Gianni Speranza (Sel) si è trincerato dietro un granitico silenzio. Ma chi gli ha potuto parlare racconta di un Gianni Speranza «molto dispiaciuto e preoccupato» per l`atteggiamento assunto dai vertici democrat. In consiglio comunale il Pd può contare su cinque rappresentanti. Numeri importanti ma soprattutto determinanti ai fini della tenuta della maggioranza di centrosinistra che governa la quarta città della Calabria.
Speranza proprio in queste settimane è stato il bersaglio di pesanti critiche rivoltegli dal centrodestra calabrese (con in testa il governatore Peppe Scopelliti) per la gestione della folta comunità rom presente sul territorio. E sempre negli ultimi giorni il sindaco si è reso protagonista di una manifestazione a sostegno di don Giacomo Panizza (il prete anti-`ndrangheta) fatto oggetto di una serie di intimidazioni.
A “pesare” sulla decisione di D`Attorre pare sia stato il giudizio negativo sull`attività dell`amministrazione comunale espresso da Doris Lo Moro, parlamentare e pezzo forte del Pd a Lamezia. Non va dimenticato che la nomina degli assessori targati Pd arrivò solo al termine di mesi di lunghe trattative. Negli ultimi tempi, sempre dai rappresentanti del partito di Bersani, era arrivata pure la richiesta (accordata dal sindaco) di procedere a una rimodulazione del patto politico stipulato in occasione delle elezioni del 2010. Da qui, senza nessuna reale motivazione, la decisione di lasciare la giunta. «Ci auguriamo – è il commento di Amendola e De Sensi – che il nostro gesto di responsabilità possa essere utile a ritrovare l`unità e la solidarietà del partito e del suo gruppo consiliare e dare seguito a quell`impegno di maggiore coinvolgimento e maggiore sostegno all`attività amministrativa lametina che il Pd ha sempre dichiarato di voler ottenere fin dalla sua conferenza programmatica cittadina». Ma se così stanno le cose, perché uscire dall`esecutivo? Nella città della Piana i democrat paiono essere vittima della sindrome di Tafazzi.

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