REGGIO CALABRIA Si attende la sentenza del processo “Crimine”. Il giudice dell`udienza si è ritirato, ieri pomeriggio, in camera di Consiglio al termine della quale dovrà decidere sulle 118 richieste di condanna formulate ad ottobre dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Nel corso della requisitoria in aula bunker, quest`ultimo ha chiesto anche l`assoluzione di due imputati, Michele e Vincenzo Archinà, di Siderno.
Alla sbarra anche l`ottantunenne Domenico Oppedisano, ritenuto dagli inquirenti il “capo crimine” della `ndrangheta. Nei suoi confronti, il pm aveva chiesto 20 anni di carcere. Il processo “Crimine” nasce da un`inchiesta contro quasi tutte le cosche della provincia reggina.
Oltre che per Oppedisano, la Procura auspica la condanna a 20 anni di reclusione anche Mario Gaetano Agostino di Carpanzano (Cosenza), Rocco Aquino di Marina di Gioiosa Jonica, Isidoro Cosimo Callà di Mammola, Giuseppe Commisso di Siderno, Nicola Gattuso di Reggio Calabria, Bruno Gioffrè di San Luca, Remingo Iamonte di Melito Porto Salvo, Rocco Lamari di Laureana di Borrello, Cosimo Giuseppe Leuzzi di Stignano, Vincenzo Longo di Polistena, Filiberto Maisano di Palizzi, Giuseppe Marvelli di Careri, Paolo Meduri di Reggio Calabria, Bruno Nesci di San Pietro di Caridà e Giuseppe Trapani di Roghudi.
«Sicuramente è un procedimento importante – aveva affermato Gratteri davanti al gip – Importante dal punto di vista giudiziario, storico, sociologico, antropologico». Un sentenza che, se le aspettative della Procura saranno soddisfatte, «apparterrà alla storia non solo della Calabria, ma dell’intero paese».
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