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Infiltrazioni, nessuno è immune

Il “mito” della superiorità morale di una parte politica rispetto a un`altra crolla davanti all`evidenza dei numeri. Lo stesso presidente di Legautonomie Mario Maiolo, presentando i risultati dello…

Pubblicato il: 09/03/2012 – 17:31
Infiltrazioni, nessuno è immune

Il “mito” della superiorità morale di una parte politica rispetto a un`altra crolla davanti all`evidenza dei numeri. Lo stesso presidente di Legautonomie Mario Maiolo, presentando i risultati dello studio “Il colore politico delle amministrazioni disciolte”, ammonisce: «I dati dimostrano che tutte le formazioni politiche sono coinvolte nel tentativo della criminalità di infiltrarsi nelle pubbliche amministrazioni». Nel 41% dei casi i Comuni sciolti erano guidati da liste civiche. Su 37 scioglimenti avvenuti in Calabria e registrati dalla Banca dati – è stato spiegato – il 32,4% ha riguardato amministrazioni di centrodestra; il 16,2% di centrosinistra; l`8,1% al centro monocolore e il 2,7% al centrosinistra storico.
Lo studio ha preso in considerazione l`evoluzione del settore dall`approvazione della legge 81/93 che ha rappresentato una vera rivoluzione nel panorama degli enti locali con l`introduzione del doppio turno di elezioni per i comuni superiori a 15 mila abitanti; la riforma dell`elezione dei Consigli mirata a garantire maggiore solidità alle maggioranze; il ridimensionamento di Consigli e Giunte e l`introduzione del limite dei due mandati consecutivi per il sindaco. È stata analizzata, inoltre, anche la celerità della risposta dello Stato ai processi di infiltrazione mettendo in rilievo che in media trascorrono circa tre anni tra la data delle elezioni e il Dpr di scioglimento. In un caso limite lo scioglimento è
avvenuto dopo 1.841 giorni, più di cinque anni. Fino ad oggi, secondo quanto documenta lo studio, i tempi di scioglimento sono stati meno di dodici mesi per il 7,2% dei Comuni; da dodici a 24 mesi per il 15,9%; da 25 a 36 mesi per il 24,1%; da 37 a 48 per il 32,9% e di oltre 48 mesi per il 19,8%. I dati sono stati illustrati da Claudio Cavaliere curatore della ricerca.
Maiolo ha spiegato che ci troviamo di fronte a due tipi di infiltrazione mafiosa negli enti pubblici. Una diretta, in cui le consorterie criminali tentano di portare nelle stanze dei bottoni loro uomini di fiducia. L`altro aspetto è, invece, il voto indirizzato verso soggetti politici avvicinabili e che possano, una volta eletti, dare sponda al sistema di interessi di cui è portatrice la criminalità locale. La reazione, secondo Maiolo, deve muoversi su due piani: «Uno è sicuramente politico. I codici etici vanno bene, ma occorre che i partiti recuperino quel radicamento sul territorio che hanno ormai perso. L`altro riguarda magistratura e forze dell`ordine, serve più attenzione e maggiore celerità di intervento».  Alla presentazione dello studio era presente anche l`onorevole Doris Lo Moro. La riflessione della parlamentare del Pd si è concentrata sui limiti dell`attuale normativa che esclude lo scioglimento delle Regioni. «Eppure – ha sostenuto la Lo Moro  – è evidente come le ingerenze criminali nelle piccole amministrazioni servano anche per raggiungere livelli politici e amministrativi superiori»

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