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Palmi, la "prima" di Boemi da politico

Democrazia, solidarietà e integrazione. Sono queste le linee guida che orienteranno l’azione di Salvatore Boemi in caso di vittoria alle prossime amministrative di Palmi. L’ex magistrato ha ufficia…

Pubblicato il: 10/03/2012 – 19:07
Palmi, la "prima" di Boemi da politico

Democrazia, solidarietà e integrazione. Sono queste le linee guida che orienteranno l’azione di Salvatore Boemi in caso di vittoria alle prossime amministrative di Palmi. L’ex magistrato ha ufficializzato oggi la sua candidatura a sindaco per la coalizione di centrosinistra. Molte le personalità politiche che hanno partecipato alla presentazione, tra cui i parlamentari Marco Minniti e Maria Grazia Laganà, i consiglieri regionali Nino De Gaetano e Giuseppe Giordano, il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi e il coordinatore provinciale del Pd Girolamo Demaria. L’ex capo della Dda di Reggio, che si è definito «un simbolo involontario dell’antimafia», ha parlato della sua visione politica e delle motivazioni che lo hanno spinto ad accettare una candidatura «caduta dall’alto». Il Pd e le altre forze progressiste hanno deciso di puntare proprio sull’ex magistrato per risollevare Palmi, rimasta senza governo dopo la mozione di sfiducia che ha determinato lo scioglimento dell’esecutivo guidato da Ennio Gaudio. E Boemi ha accettato di buon grado la sfida di governare la città «dove ho scelto di vivere da 30 anni». Di origini siciliane ma trapiantato in Calabria per ragioni professionali, il coordinatore della maxiinchiesta “Olimpia” ha abbozzato il manifesto del suo impegno amministrativo, in cui emerge un’attenzione particolare verso i bisogni della gente comune: «Ho sempre pensato alla politica come a una piramide la cui base è sempre trascurata. Noi invece dalle prossime settimane ascolteremo i problemi di tutti, la città del futuro devono immaginarla i cittadini». Un programma vero e proprio ancora non c’è, ma Boemi conta di stilarlo insieme alle varie forze sociali, in una sorta di laboratorio politico fatto di partecipazione attiva. «Se sarò eletto – ha detto – mi impegnerò a fondo nel mio ruolo di sindaco, amministrando in modo pulito e senza fuggire dalle responsabilità: non dirò mai di non conoscere il bilancio che ho firmato». Chiara l’allusione alle vicende giuridiche che riguardano l’ex sindaco di Reggio e attuale governatore Giuseppe Scopelliti. Quanto alle emergenze della città della Piana, secondo l’ex pm è necessario riportare una situazione di normalità amministrativa, per poi affrontare prioritariamente i problemi relativi al lavoro e alla solidarietà, messi a dura prova da un contesto economico «in forte difficoltà a causa della recessione globale». Boemi non parla ancora il politichese, la sua retorica è ricca di riferimenti spiccioli che riguardano il nuovo impegno politico ma soprattutto le esperienze del passato. È da questo bagaglio culturale che vuole ripartire, innanzitutto rispolverando il principio guida che campeggia in ogni aula di tribunale e che dovrebbe orientare l’azione di magistrati e giudici: «Dopo 40 anni di carriera giudiziaria, sono convinto che anche in questa città debba valere l’idea che la legge è uguale per tutti». Nessuno sconto, nessuna clientela, solo il rispetto delle regole. Ma Boemi non ha ancora smesso i panni di giudice, né quelli di commissario della Stazione unica appaltante. Ricorda con molta amarezza di essere l’unico magistrato a cui il Csm non ha concesso l’aspettativa non retribuita per dirigere l’ente. In più, confessa di aver avuto dubbi nell’accettare la candidatura proprio per timore che i risultati ottenuti negli anni da questo organismo siano vanificati. Già oggi – accusa il candidato a sindaco del centrosinistra – «sulla Stazione, voluta all’unanimità subito dopo la morte di Franco Fortugno, la classe politica si sta colpevolmente dividendo. Mi chiedo perché».

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