Pd, la Gigliotti appoggia D`Attorre

E’ una fiducia condizionata quella che Fernanda Gigliotti (Pd) concede al commissario del suo partito Alfredo D’Attorre dopo le polemiche seguite alla nomina dei coordinamenti provinciali. Subordinata allo svolgimento dei congressi e al nuovo corso che il Pd dovrà necessariamente prendere per dare risposte al «vero Pd» e per riporre in soffitta la «fotografia sbiadita» “scattata” dal commissario.
«Se questi coordinamenti dovessero durare ad oltranza ed avere funzioni congressuali o elettorali, sarei preoccupata anche io – spiega la Gigliotti – Ma se la loro nomina, come sostiene D`Attore,  è stata eseguita usando dei criteri oggettivi e non discrezionali (eletti in Europa, nel Parlamento, nel consiglio regionale, sindaci o capogruppo nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, componenti dell’assemblea e della direzione nazionale del Pd), e serviranno solo, in via transitoria, ad organizzare la fase congressuale che a breve sarà convocata (io auspico entro la fine di maggio 2012), con indicazione di regole e di date, io sarei più serena. Anche se è oggettivamente difficile immaginare Parlamentari europei e nazionali, alle prese con il lavoro organizzativo del partito, alle prese con fotocopie, telefonate e  manifesti, e a lavorare nei territori di cui non conoscono nemmeno la posizione geografica».
«Il metodo è vero, pur nella sua oggettività, può esser discutibile perché lascia fuori il vero Pd – prosegue la Gigliotti – quello che sta prendendo forma nei territori, che si confronta con i veri problemi della gente, che è in prima linea laddove gli eletti e i nominati non sono mai stati. Ma da qualche parte occorreva iniziare e il commissario D’Attore ha preferito iniziare dagli eletti, da coloro che ci rappresentano nelle sedi istituzionali, negli enti pubblici, nelle assemblee elettive. Del resto questa è l’ultima fotografia ufficiale del Pd, oggi ormai sbiadita, anche se ritrae una formazione in gran parte trasferitasi in altre case politiche, che ha perso l’appuntamento con la Calabria e i calabresi e che ci ha fatto perdere affidando  le nostre sorti al centrodestra peggiore degli ultimi 20 anni di storia politica italiana e calabrese».
«Ovvio che non sono e non siamo soddisfatti di questo – avverte l’esponente del Pd – Ma credo che occorra dare e darci un tempo minimo e avere la pazienza di portare a compimento processi complessi, quali sono i congressi. E sarà  proprio la stagione dei congressi che dovrà dirci se davvero questi volti non  ci rappresentano più, che dovrà certificare che questa è veramente una triste e vecchia fotografia che ritrae solo dei fantasmi, e che noi non vogliamo essere più rappresentati da fantasmi. E non c’è dubbio che  nessuno di noi  vuole contribuire, nemmeno per errore, alla rinascita  del partito dei nominati e degli eletti che fino ad ora abbiamo visto all’opera,  che si è preoccupato solo della propria autoconservazione, che ha usato il Pd per i propri interessi ed ha usato la Calabria e i suoi problemi per promuovere se stessi nel consiglio regionale, nel parlamento nazionale e in quello europeo».  
«Ciò posto – conclude la Gigliotti – credo fortemente che oggi il problema  non sono i coordinamenti provinciali,  ma la necessità e l’urgenza di  concentrarci sulle elezioni che si svolgeranno a breve e che ci vedono protagonisti in molte città. Da Catanzaro a Castrovillari, da Cassano a Praia a Mare, ovunque lottiamo contro un centrodestra spregiudicato e pericoloso perché  ormai allo sbando politico, al fallimento amministrativo, alla resa dei conti interna. Diversamente faremo cosa gradita proprio ai protagonisti di quella vecchia e sbiadita fotografia e a quel centrodestra trasversale e contiguo a molti di coloro che nel 2009, pur giocando in campo con la maglietta del Pd, hanno fatto squadra con Scopelliti a Reggio e a Catanzaro,  Traversa a Catanzaro, Occhiuto a Cosenza».