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Raggiri a una società tedesca per la realizzazione di una centrale idroelettrica in Calabria: quattro condanne

BARI Il giudice del tribunale di Bari, Clara Rita Goffredo, ha condannato a pene comprese tra otto mesi e un anno di reclusione e al pagamento di una provvisionale di cinque milioni di euro i quatt…

Pubblicato il: 12/03/2012 – 20:54
Raggiri a una società tedesca per la realizzazione di una centrale idroelettrica in Calabria: quattro condanne

BARI Il giudice del tribunale di Bari, Clara Rita Goffredo, ha condannato a pene comprese tra otto mesi e un anno di reclusione e al pagamento di una provvisionale di cinque milioni di euro i quattro amministratori di altrettante società con sede a Santeramo in Colle (Bari), Collecchio (Parma) e Parma, tutti pugliesi, per infedeltà patrimoniale. Secondo l`accusa, i quattro attraverso una serie di raggiri societari e finanziari ai danni della società tedesca “Unit Energy Europe“ che nel 1999 aveva finanziato per 14 milioni di euro la realizzazione di una centrale idroelettrica in Calabria, tra i comuni di Simbario (Vibo Valentia), Torre Ruggiero (Catanzaro) e Brognaturo (Vibo Valentia), avrebbero di fatto assunto la proprietà della centrale stessa e dei terreni sottostanti. I quattro imputati condannati sono Giovanni Giuseppe Ladisi (amministratore della società Idroelettrica Ancinale srl), Angelo e Nunzio Silletti (amministratori delle società Energia Verde srl di Santeramo e Green Energy Technologies srl di Colecchio) e Giovanni Consigli (amministratore della società Park srl di Parma): la provvisionale di cinque milioni dovranno versarla alla società tedesca costituitasi parte civile. La centrale, costruita tra il 1999 e il 2003 dalla Unit Energy Europe, veniva gestita dalla Idroelettrica Ancinale srl, appositamente costituita dalla società tedesca e affidata ad amministratori locali. Nella società del barese sarebbe poi entrata in partecipazione nel febbraio 2004, in qualità di creditrice pignoratizia del 100% delle quote, la società Energia Verde «sulla base – si legge nel capo d`imputazione – di un atto costitutivo di pegno dell`aprile 2003 risultato tuttavia illegittimamente posto in essere per difetto di autenticazione delle sottoscrizioni». Nel luglio 2004, quindi, centrale e terreni sottostanti venivano svenduti alla Green Energy Technologies per 2 milioni di euro e, una settimana dopo, rivenduti da questa alla società Park per 2,2 milioni di euro. Una scrittura privata, tuttavia, riconosceva alla Green Energy Technologies, ufficialmente gestore della centrale, la titolarità di fatto della stessa, «intenzionalmente cagionando – scrive il pm Marcello Quercia – alla società Idroelettrica Ancinale (di proprietà della tedesca Unit Energy Europe, ndr) un danno economico pari alla differenza con il prezzo investito per la sua realizzazione».

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