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Lavoro, Camusso: più legalità per stimolare il mondo del lavoro

REGGIO CALABRIA Inversione di tendenza rispetto al precariato, un ammortizzatore sociale universale adatto alla nuova flessibilità e un passo indietro rispetto alla riforma delle pensioni. Tre le r…

Pubblicato il: 13/03/2012 – 16:33
Lavoro, Camusso: più legalità per stimolare il mondo del lavoro

REGGIO CALABRIA Inversione di tendenza rispetto al precariato, un ammortizzatore sociale universale adatto alla nuova flessibilità e un passo indietro rispetto alla riforma delle pensioni. Tre le ricette e le possibili soluzioni alla crisi del lavoro che questa mattina sono state avanzate da Susanna Camusso. La segretaria generale della Cgil è intervenuta questo pomeriggio a Reggio nel corso di “Unita e fondata sul lavoro”, una iniziativa organizzata dai sindacati regionali di Calabria, Sicilia, Lombardia e Veneto. Incontro durante il quale si sono indagate le ragioni della crisi economica e dell’illegalità crescente nel tessuto sociale italiano e in quello del Mezzogiorno. Il filo conduttore è stato la considerazione che dove c’è corruzione e infiltrazione mafiosa maggiore è la negazione dei diritti nel mondo del lavoro. L’intervento della Camusso è chiaro: per uscire dall’impasse economica e dalla recessione serve un nuovo concetto di legalità e il rispetto delle regole che garantiscono il lavoro. Per farlo, secondo la segretaria Cgil, serve una politica diversa, capace di affrontare la situazione partendo dal rispetto delle leggi e delle istituzioni pubbliche: «Quando si legittima l’evasione fiscale, si riduce il potere della magistratura e si soffia sull’antipolitica, il risultato è la corruzione dell’intero Paese, le persone si convincono che è più conveniente essere furbi piuttosto che onesti». Tra i fattori che aggravano la situazione, c’è infatti un tessuto sociale permeabile alla corruzione e alle infiltrazioni della criminalità organizzata. «La mafia – continua Camusso – al Nord è forte proprio perché ha trovato collusioni. Man mano che la crisi cresce i lavoratori diventano sempre più prede del lavoro sommerso e irregolare, terreni fertili per la criminalità». Vale anche per le imprese: «Se le banche continuano a non favorire il credito, sempre più persone si rivolgeranno a usurai che un domani pretenderanno il controllo dell’azienda». Dunque, la qualità del lavoro, il superamento della crisi e la limitazione dello strapotere criminale dipendono unicamente dall’introduzione del criterio della legalità in tutte le pratiche che regolano la vita sociale. Per questo Camusso chiede al governo Monti misure che ridefiniscano la precarietà e la riforma delle pensioni e che introducano un ammortizzatore sociale universale che includa forme di flessibilità funzionali alle nuove prospettive occupazionali. Improrogabile sono poi una nuova legge sulla corruzione e la riforma del sistema degli appalti. Per questo Camusso chiede «una nuova normativa che definisca le stazioni uniche e sciolga le troppe società di intermediazione presenti in tutte le regioni italiane». Alcuni punti fermi da cui ripartire ci sono, come l’importanza dell’articolo 18 e la necessità di una riforma del lavoro «che non tolga ma aggiunga qualcosa alla condizione dei lavoratori». Secondo Camusso, la politica dei tagli operata da Monti non può continuare all’infinito, per cui è necessario trovare nuove strade che consentano di aumentare la produttività del Paese.
Molte le personalità intervenute al dibattito, tra cui il prefetto Luigi Varratta, il questore Carmelo Casabona, il procuratore aggiunto Michele Prestipino e l’arcivescovo di Reggio-Bova Vittorio Mondello. Le strutture regionali della Cgil hanno inoltre presentato un osservatorio congiunto sull’illegalità e l’infiltrazione mafiosa nell’economia, uno strumento di confronto di legalità a disposizione dei lavoratori vittime della criminalità organizzata.

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