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Esami facili, chieste le dimissioni del vicesindaco di Vibo

Le dimissioni del vicesindaco di Vibo Valentia, Salvatore Bulzomì, sono al centro di una nota diffusa dalla Federazione provinciale del Pdci, all`indomani della richiesta di rinvio a giudizio a suo…

Pubblicato il: 14/03/2012 – 16:48
Esami facili, chieste le dimissioni del vicesindaco di Vibo

Le dimissioni del vicesindaco di Vibo Valentia, Salvatore Bulzomì, sono al centro di una nota diffusa dalla Federazione provinciale del Pdci, all`indomani della richiesta di rinvio a giudizio a suo carico, formulata dalla Procura di Catanzaro, per l`inchiesta sulle lauree facili nell`ateneo Magna Graecia. Secondo gli esponenti del partito di Diliberto, l`esponente della giunta guidata da Nicola D`Agostino deve lasciare o il sindaco deve ritirare la delega all`esponente dell`Udc.  
«Proprio a Catanzaro negli ultimi mesi – sostiene nella nota il Pdci – si sono avuti dei progressi nell’indagine in merito a presunti esami universitari comprati, con il beneplacito di impiegati delle segreterie. Tramite queste indagini  appena conclusesi è stata fatta la richiesta di rinvio a giudizio per 93 persone, tra cui impiegati amministrativi e studenti: tra questi, nel nostro comune, spicca il nome di Salvatore Bulzomì, attuale vicesindaco della giunta del comune capoluogo, nonché assessore al lavoro e politiche sociali». Da quel che risulta ai Comunisti italiani di Vibo, il vicesindaco sarebbe voinvolto per i sospetti che riguardano 11 esami da lui sostenuti nel corso di laurea di Giurisprudenza.  
«Noi siamo garantisti – proseguono i dilibertiani – attendiamo cioè l’ultimo grado di giudizio della sentenza, quindi escludendo ogni tipo di colpevolezza a priori, non essendo noi giudici o altro. Sebbene  nel nostro paese Italia, vi sia l’abitudine di molti politici di non considerare l’etica nei confronti della quale devono portare rispetto essendo delle istituzioni, quindi continuando imperterriti come nulla fosse a continuare i propri mandati elettorali, portando sulle spalle avvisi di garanzia, rinvii a giudizio e in diversi casi condanne, oppure sperando in una prescrizione, (Berlusconi, Dell’Utri, Scopelliti, Loiero, Chiaravalloti, Mastella, Tedesco e tanti altri a destra ed a sinistra); mentre in altri paesi europei come Germania o Inghilterra per esempio, vi è un maggiore rispetto per le cariche ricoperte, ma soprattutto per gli elettori che vogliono e devono essere amministrati da persone trasparenti e senza zone grigie. Uomini e donne limpidi e trasparenti, slegati da episodi che li vedono coinvolti in processi o supposizioni processuali, potendo cosi svolgere la propria vita amministrativa in modo sereno e, soprattutto, non cadendo in facili ricatti. Per tutti i motivi elencati chiediamo che l’assessore Bulzomì rimetta la delega nelle mani del sindaco D’Agostino, al quale chiediamo, essendo un uomo di legge,  con un sussulto di orgoglio, qualora questo non accada, di ritirare lui stesso la delega, perseguendo quei principi di legalità e trasparenza da lui osannati in campagna elettorale e magari scegliendo meglio i propri assessori.
Siamo stanchi di sentire che i politici di destra  gridino al complotto ed all’assalto delle toghe rosse in ogni attività svolta dalla magistratura. E’ ancor più grave che fatti di questo genere si verifichino in un territorio come il nostro, con un alto indice di laureati disoccupati che dopo anni di sacrifici devono subire l’ulteriore beffa di essere amministrati da persone che cercano scorciatoie, da quanto risulta nelle indagini, nel proprio percorso accademico; mentre molti nostri giovani intelletti emigrano piuttosto che scendere ad ogni tipo di compromesso. Anche questo è un esempio. Che Bulzomì si dimetta, dimostri di essere estraneo ai fatti, cosi da poter ritornare a svolgere attività politica in piena serenità e trasparenza».

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