Si è concluso con due condanne a 20 anni di reclusione ed un`assoluzione il processo celebrato con rito abbreviato davanti al gup di Catanzaro per l`omicidio dei fratelli gemelli Vito e Nicola Grattà, di 45 anni, compiuto a Gagliato l`11 giugno 2010. Il giudice ha condannato Alberto Sia e Patrik Vitale, mentre il terzo imputato, Giovanni Catrambone, è stato assolto.
I tre imputati furono arrestati dai carabinieri il 2 luglio del 2010 su provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Catanzaro. Secondo l`accusa, il duplice omicidio dei fratelli Grattà era maturato nell`ambito di quella che viene definita “la faida dei boschi”, uno scontro armato che vede contrapposte cosche della `ndrangheta che operano nella fascia ionica tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria e in quella vicina di Vibo Valentia.
Una delle vittime della faida è stato il boss Vittorio Sia, padre di Alberto, ucciso in un agguato il 22 aprile del 2010. E proprio l`agguato mortale contro Vittorio Sia, per l`accusa, sarebbe stato all`origine dell`omicidio dei fratelli Grattà. Alberto Sia insieme a Vitale e Catrambone erano accusati di aver rubato lo scooter utilizzato per l`agguato.
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