Una giornata di agitazione con la chiusura delle farmacie è stata decisa da Federfarma per il 29 marzo. La decisione è stata adottata dopo che il ministero della Salute ha emanato un parere interpretativo su alcuni aspetti dell`art. 11 del Decreto sulle liberalizzazioni che,
secondo l`associazione, «contiene varie forzature e incongruenze che stravolgono la volontà del Parlamento e che avranno un impatto negativo sul servizio farmaceutico».
«La forzatura più grave e di impatto immediato – prosegue la nota – è che, secondo il ministero, tutti i titolari di farmacia che al momento dell`entrata in vigore della legge avranno compiuto 65 anni di età, dovranno nominare un farmacista direttore. Sempre secondo il ministero, in caso di non ottemperanza la farmacia dovrà essere chiusa. Tale
interpretazione ignora le osservazioni delle Commissioni parlamentari di Camera e Senato, tendenti ad “evitare che si creino ostacoli al corretto svolgimento del servizio farmaceutico, controversie e contenziosi” e non tiene conto della lettura data dai Servizi Studi di Camera e Senato sulla quale si è basato il voto dei parlamentari».
«Se non tempestivamente rivista, l`interpretazione del ministero – prosegue Federfarma – colpirà nel giro di pochissimi giorni più di un milione di cittadini, a cominciare da tutti coloro che risiedono nelle migliaia dei piccoli Comuni i cui titolari di farmacia, se ultra65enni, non potranno certamente permettersi di assumere e retribuire un farmacista direttore».
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