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Afghanistan, attacco ai bersaglieri di Cosenza: un morto e cinque feriti

Un soldato italiano (il suo nome è Michele Silvestri, originario di Monte di Procida, 33 anni, sposato e padre di un bambino) è morto e altri cinque sono rimasti feriti, a seguito di un attacco con…

Pubblicato il: 24/03/2012 – 19:05
Afghanistan, attacco ai bersaglieri di Cosenza: un morto e cinque feriti

Un soldato italiano (il suo nome è Michele Silvestri, originario di Monte di Procida, 33 anni, sposato e padre di un bambino) è morto e altri cinque sono rimasti feriti, a seguito di un attacco con colpi di mortaio, avvenuto attorno alle 18 (in Italia 14.30), contro la Fob (Forward Operative Base) «Ice» in Gulistan, nel settore Sud-Est dell`area di responsabilità italiana, assegnata alla Task Force South-East, su base del 1° Reggimento Bersaglieri di stanza a Cosenza.

I COSENTINI FERITI
Sono residenti a Cosenza e appartengono al Primo Reggimento Bersaglieri della città calabrese, tre dei cinque feriti nell`attacco, in cui ha perso la vita un militare italiano, a una base in Afghanistan. Si tratta di Monica Graziano (che è nata a Gela), Nicola Storniolo (originario di Nicotera ma residente nella città bruzia) e Salvatore De Luca. Versa in gravissime condizioni la soldatessa siciliana, 31 anni, volontaria di truppa in forza al 1/o Reggimento Bersaglieri di Cosenza. Nell`attacco sono rimasti feriti anche due suoi commilitoni, entrambi calabresi, il vibonese Storniolo e De Luca di San Giovanni in Fiore (Cosenza). Ad avere la peggio tra i due è De Luca, che è stato comunque stabilizzato. Storniolo, invece, ha riportato lievi ferite e le sue condizioni non destano alcuna preoccupazione. Così come non destano preoccupazioni le condizioni degli altri due feriti. Il Primo Reggimento bersaglieri, di stanza a Cosenza, è considerato uno di quelli con maggiore esperienza nelle missioni internazionali. Era tornato da soli dieci giorni in Afghanistan, dove era già stato impiegato dall’ottobre del 2009 al maggio del 2010. Il passaggio di consegne con il San Marco era avvenuto il 14 marzo.

IL PRIMO REGGIMENTO VETERANO NELLE MISSIONI
SGOMENTO E PREOCCUPAZIONE A COSENZA
Il Primo Reggimento bersaglieri di Cosenza, al quale appartengono tre dei militari feriti nell`attacco in Afghanistan, ha compiuto numerose missioni in Afghanistan, distinguendosi sempre per competenza e professionalità. Attualmente il Reggimento ha cinquecento militari impegnati in Afghanistan. L`ultima missione, funestata dall`attacco di oggi, era cominciata da due settimane e fino ad oggi tutto si era svolto regolarmente. Comandante del Reggimento è il colonnello Luciano Carlozzo, originario di Messina, subentrato nel settembre del 2011 al colonnello Cosimo Orlando. Carlozzo ha svolto in passato missioni in Bosnia, Kosovo e Iraq ed è il 79/mo comandante del Reggimento. La notizia dell`attacco avvenuto oggi in Afghanistan ha provocato sconcerto e dolore a Cosenza, dove i militari del Primo reggimento bersaglieri sono molto apprezzati e benvoluti. Il dolore della città è stato espresso dall`arcivescovo, monsignor Salvatore Nunnari, che appena ha appreso la notizia dell`attentato si è ritirato in preghiera. L`arcivescovo, secondo quanto riferisce una nota diramata dalla Curia, “si è detto addolorato e ha espresso la sua apprensione per i giovani militari che operano nell`area ad alto rischio per il ristabilimento della pace e per garantire la libertà al popolo afgano“.

GULISTAN AREA PERICOLOSA
La Regione ovest della missione Isaf della Nato, sottoposta alla responsabilità italiana, è un`ampia regione dell`Afghanistan occidentale, grande quanto il Nord Italia, che si estende sulle quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah. Il distretto del Gulistan, nella provincia di Farah, si conferma una delle aree più calde tra quelle affidate alla responsabilità dei militari italiani. L`attacco di oggi è arrivato dopo decine di altri attacchi e attentati subiti. In questa zona, il 9 ottobre 2010, gli “insorti” presero di mira un convoglio di blindati che scortava una settantina di mezzi civili: uno dei veicoli su cui viaggiavano gli italiani saltò in aria su un ordigno e morirono i primi caporal maggiori Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi e Sebastiano Ville e il caporal maggiore Marco Pedone. Oltre ai convogli, ad essere esposte ai rischi maggiori sono proprio gli avamposti, presi di mira quasi ogni giorno e nei quali bisogna guardarsi anche dai possibili infiltrati. Il distretto del Gulistan e quello adiacente di Bakwa, non meno pericoloso, sono presidiati dalla task force sud-est, che solo da poco è su base 1mo Reggimento Bersaglieri. Gli uomini della task force devono controllare un territorio vasto 24mila chilometri quadrati, abitato da poco meno di 130mila persone.

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