CATANZARO Da due anni non riesce a riavere i suoi mezzi che si trovano nella disponibilità di una famiglia kosovara ai quali li aveva affidati in custodia. È l`avventura vissuta da Rosario Mancuso, imprenditore, impegnato con la società General Costruzioni Italia, costituita con un altro socio di Crotone e un cittadino kosovaro, nella ricostruzione post-bellica del Kosovo, che si è rivolto alla magistratura del Paese balcanico.
«Quattro anni fa – racconta Mancuso – andai in Kosovo e subito mi resi conto che c`era tanto lavoro da fare. La città di Pristina era un cantiere a cielo aperto e noi eravamo pronti per la ricostruzione, in modo particolare per le strade. Portai anche i miei mezzi dall`Italia per consentire di velocizzare i lavori. E questi mezzi, per un valore di circa due milioni di euro, li ho affidati al mio socio che doveva occuparsene». Dopo due anni, però, improvvisamente, i lavori si ridussero e Mancuso decise comunque di lasciare i mezzi in Kosovo in attesa di “tempi migliori”.
«E` accaduto però che questi tempi migliori – aggiunge – non sono mai più arrivati anche se i miei mezzi venivano comunque utilizzati dal mio socio kosovaro per svolgere dei suoi lavori. A questo punto ho chiesto di poter rientrare in possesso dei miei beni ma nessuno mi ha aiutato. Questa situazione, ovviamente, mi ha provocato un ingente danno economico».
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