Sono più chiari i contorni dei primi guai con la giustizia che ebbe il magistrato Giusti. Ad un giorno dall`arresto del giudice, infatti, è stato possibile apprendere che il procedimento disciplinare che venne intentato contro di lui, nel 2006, era stato avviaato a seguito di un`iniziativa ispettiva disposta dall`allora ministro della Giustizia leghista Roberto Castelli. Il procedimento si concluse poi con l`assoluzione da parte della sezione disciplinare del Csm e di cui parla l`ordinanza con la quale ieri è stato disposto l`arresto del magistrato. Ma anche il guardasigilli credette nella buona fede del magistrato, come d`altra parte i suoi ispettori e la stessa procura generale della Cassazione, almeno su una vicenda tutt`altro che di secondo piano: l`assegnazione di un immobile, nell`ambito di una procedura esecutiva dello stesso Giusti, a una societa` partecipata da suo suocero. La vicenda era stata portata alla luce da un volantino anonimo, ma non venne contestata a Giusti nel procedimento disciplinare davanti al Csm che il luglio del 2007 si concluse con l`assoluzione. E la ragione fu che gli ispettori di via Arenula dopo aver svolto accertamenti conclusero che non c`erano elementi che «inducessero a ritenere che il giudice fosse al corrente del fatto prima della vendita». Una “valutazione“ che – sottolinea la sentenza del Csm, che dunque sul fatto in se` non si e` potuta pronunciare – «è stata condivisa dal ministro e dalla Procura generale, che non ne hanno fatto oggetto di contestazione».
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