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"Meta", Giardina ripercorre gli affari dei Lampada

Ancora sulla zona grigia è incentrata la deposizione del colonnello Valerio Giardina nel processo “Meta” contro il gotha della `ndrangheta reggina. Rispondendo alle domande del pubblico ministero G…

Pubblicato il: 30/03/2012 – 16:35
"Meta", Giardina ripercorre gli affari dei Lampada

Ancora sulla zona grigia è incentrata la deposizione del colonnello Valerio Giardina nel processo “Meta” contro il gotha della `ndrangheta reggina.
Rispondendo alle domande del pubblico ministero Giuseppe Lombardo, l`ufficiale dei carabinieri, ex comandante del Ros di Reggio, sta ripercorrendo l`informativa finale dell`inchiesta. In particolare, nella prima parte dell`udienza il colonnello ha riferito sulle indagini a carico dei fratelli Lampada, ritenuti il braccio economico a Milano della cosca Condello.   
Partendo dalle intercettazioni telefoniche e ambientali a carico di Giulio e Francesco Lampada, il testimone ha illustrato gli interessi che gli stessi avevano nella gestione del gioco d`azzardo attraverso slot machine opportunamente modificate che venivano distribuite in numerosi bar ed esercizi commerciali di Milano e del suo hinterland, ma anche a Reggio Calabria.
Attività che i Lampada gestivano per conto del boss Pasquale Condello con il quale emerge – ha affermato Giardina – «un legame particolarmente stretto nel riciclaggio e nel reinvestimento dei capitali a Milano».
Secondo le risultanze investigative, infatti gran parte degli incassi i Lampada avrebbero dovuto consegnarli ai Condello. L`ex comandante del Ros di Reggio ha parlato delle preoccupazioni emerse nelle intercettazioni in ordine ad alcune ispezioni della Guardia di Finanza e del progetto per intimidire, assieme a Leonardo Valle, un funzionario dei Monopoli di Stato incaricato di verificare le macchinette gran parte delle quali erano sprovviste del prescritto collegamento online con i Monopoli di Stato.
Nella seconda parte dell`udienza, il colonnello Giardina si è soffermato sui rapporti tra la famiglia Lampada e l`ex consigliere regionale Alberto Sarra, oggi sottosegretario della giunta Scopelliti. In particolare, stando alla ricostruzione dell`ufficiale dell`Arma, ci sarebbero stati progetti imprenditoriali che legavano il politico ai referenti della cosca Condello.
«Rapporti che, poi si erano interrotti – ha aggiunto Giardina – per via di un`indagine parallela su Sarra che è stato sostituito dal consigliere regionale Franco Morelli. Qui entra in gioco Enzo Giglio che fungeva da spalla a Morelli che aveva necessità di un intermediario in alcune situazioni. Cosa di cui sarra non abbisognava».
Secondo l`ex comandante del Ros, il primo contatto «seppure generico» tra i Lampada, attivi a Milano, e Sarra risale al settembre del 2007. Giulio Lampada informò il padre Grazio dell`arrivo di Sarra e di Domenico Condello che viaggiavano sullo stesso volo. Lo zio di Giulio Lampada, Mario, dal primo giugno 2005 al 2007, ha sostenuto Giardina, «era stato impiegato nella segreteria di
Sarra come “supporto tecnico”».
Nel novembre del 2007 Sarra torna a Milano: «In questi rapporti si nota la familiarità e la confidenza di Sarra con i Lampada. Mentre è in auto con Sarra, Lampada si vanta, parlando con qualcuno al telefono, dell`amicizia con il politico. “Ho qui accanto mio compare – dice – e mi sento un pochino più forte. Sarà un prossimo deputato o un prossimo senatore. A bordo dell`auto c`era anche Leonardo Valle, cognato di Giulio Lampadà».
«In successive intercettazioni – ha aggiunto Giardina – sono venuti fuori nomi di politici lombardi come il presidente della Regione, Roberto Formigoni, l`eurodeputato Mario Mauro ed il consigliere comunale di Milano Armando Vagliati».
Per il colonnello «Lampada diceva che Formigoni è il futuro, è il dopo Berlusconi. Ha raccontato a Sarra di essere stato ospite di Formigoni ad una festa in una
lussuosa villa ottocentesca. Nei giorni successivi Giulio Lampada e Alberto Sarra conversano sulla possibilità di dare vita ad una finanziaria a Milano. Il problema è quello dell`autonomia operativa e delle operazioni che devono andare a buon fine. La soluzione, per Giulio Lampada, è che Sarra, attraverso i suoi buoni contatti in ambito bancario, riesca ad ottenere un “budget”. La risposta di Sarra è che farà il
possibile. “Se le cose le gestirai tu – dice Sarra – io non ho problemi”. Nel riaccompagnare Sarra in aeroporto, Giulio Lampada dice al cognato, Leonardo Valle: “Mio compare ci apre una finanziaria qui a Milano. Ci sono 50 milioni di euro di budget .Sta lavorando per noi”».
«Nella dimostrata disponibilità di Sarra – ha concluso Giardina – emerge una certa commistione tra questioni economiche e questioni politiche. Nel gennaio del 2008, in una successiva conversazione con Giulio Lampada, Sarra si dimostra molto evasivo. Esprime il timore di essere intercettato perché sa già di essere sottoposto ad indagini dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa. Sarra ad un certo punto esce di scena, ma l`azione dei Lampada non s`interrompe. Nasce così il rapporto con il consigliere regionale Franco Morelli. Da premuroso e ossequioso nei confronti del consigliere regionale, Lampada diventa nei confronti di Morelli sempre più confidenziale. Tanto che Giulio Lampada lo invita al battesimo della figlia in San Pietro. Un modo per Giulio Lampada per accreditarsi a pieno titolo nell`ambito politico
istituzionale».

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