RIZZICONI «Quanti morti ancora dovranno esserci prima di aprire un`inchiesta sulle banche?». Lo afferma Antonino De Masi, l`imprenditore che denunciò i vertici di alcuni istituti di credito per usura dando il via a un`inchiesta della Procura di Palmi. «Recentemente nel nostro Paese – prosegue De Masi – stanno avvenendo fatti drammatici con persone che, colte dalla disperazione e dallo sconforto, si tolgono la vita. Tanti suicidi, dei quali molti riguardano imprenditori medio-piccoli che, di fronte alla crisi, hanno pensato di farla finita, spinti a ciò da problematiche finanziarie, fiscali, dalla stretta creditizia e a volte da discutibili indebitamenti bancari». «La disperazione – afferma l`imprenditore – ha portato e porterà alla luce dei risvolti che in molti sino ad oggi hanno fatto finta di non vedere. Voglio ragionare analizzando fatti concreti per capire se quanto è avvenuto e sta avvenendo è figlio di casualità, di anomalie di un sistema che funziona, o invece il freddo risultato di un sistema che punta a trasferire ricchezza dai tanti, cittadini, ai pochi, gestori del potere. Mi occupo di banche ed il mercato creditizio è vincolato e tutelato da norme molto severe; il fine pubblico non può sfuggire a nessuno, nemmeno a chi è colto da interessate amnesie come il presidente dell`Abi, il quale ha affermato che le banche sono imprese private senza alcun interesse pubblico». «Si può verificare – sostiene ancora De Masi – se le banche sono un`associazione a delinquere oppure un`organizzazione seria che opera nel rispetto delle leggi, come tutti ci auguriamo? Quanta gente deve ancora morire prima di arrivare a conoscere la verità? Purtroppo oggi il potere bancario, come confermato dagli scandali quotidiani, è il soggetto che detiene e gestisce la governance del Paese ed è intoccabile al punto che, di fronte alle violazioni che stanno emergendo nei tribunali, le lobby bancarie stanno provvedendo a far modificare le leggi e rendere impuniti i loro reati».
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