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Cipolla rossa, la Coldiretti denuncia comportamenti scorretti

«Mentre il Consorzio di tutela della cipolla rossa Igp tace e il ministero e la Regione Calabria rimangono spettatori, i produttori di cipolla rossa di Tropea Igp, in merito al confezionamento in c…

Pubblicato il: 02/04/2012 – 18:30
Cipolla rossa, la Coldiretti denuncia comportamenti scorretti

«Mentre il Consorzio di tutela della cipolla rossa Igp tace e il ministero e la Regione Calabria rimangono spettatori, i produttori di cipolla rossa di Tropea Igp, in merito al confezionamento in campo del prelibato ortaggio, a proprie spese, sono stati costretti, a rivolgersi ad un avvocato di fiducia per difendere giudizialmente le proprie ragioni». È quanto denuncia, in una nota, Coldiretti Calabria che riconosce l`operatività della Commissione europea nel rispondere alle esigenze dei produttori di cipolla rossa. «La Commissione europea, direzione Agricoltura alla quale si è rivolto lo studio legale – scrive la Coldiretti –, con una circostanziata lettera a firma di Maria Angela Benitez Salas, direttora della “Politica di qualità dei prodotti agricoli” con una solerzia stupefacente, ha comunicato che la base essenziale che fa da arbitro a tutto è il disciplinare di produzione». Secondo quanto comunicato dalla stessa organizzazione vigerebbe «il principio “ubi voluit ibi dixit” che fondatamente è da ritenere che se il disciplinare di produzione avesse vietato il confezionamento in campo lo avrebbe indicato espressamente». «Il disciplinare di produzione – riferisce il presidente della Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro – consente senza dubbio il confezionamento in campo. Il fatto che si usa come appiglio e pretesto la non chiarezza della metodologia utilizzata dall’organismo di controllo (Icea) designato dal Consorzio di tutela risulta essere non in linea con quanto non vietato da disciplinare, che è fonte primaria. Il piano di controlli  andrebbe, poiché è possibile, semplicemente aggiornato». Poi una denuncia dello stesso Molinaro: «nessuno, e non riusciamo a capire perché, o forse a dire il vero lo capiamo molto bene, si prende la briga di chiedere all’organismo di controllo Icea di integrare il piano di controlli». «I produttori di cipolla rossa Igp  non autorizzati – sottolinea il presidente di Coldiretti – stanno ricevendo un danno di non poco conto poiché si impedisce loro di effettuare la vendita diretta fregiandosi del marchio, tra l’altro facendo venir meno proprio nel territorio una caratteristica che incuriosisce e attrae migliaia di turisti e consumatori che possono acquistare ad un costo equo la cipolla di Tropea Igp». Da qui l`annuncio dello stesso Molinaro: «È evidente che Coldiretti non si fermerà davanti a questi muri innalzati  a protezione di pochi e per non continuare una estenuante querelle adesso anche giudiziaria, chiediamo alla Regione Calabria e al ministero delle Politiche Agricole, poiché è nelle loro possibilità,  di esercitare nei confronti del  Consorzio di Tutela, le opportune azioni per fare in modo che non si perpetui questo vero e proprio abuso». «Il pericolo vero è un altro – conclude il presidente di Coldiretti – dobbiamo evitare che persone senza scrupolo utilizzando il “Calabria souding” continuino a togliere reddito agli imprenditori agricoli, protagonisti principali di ogni filiera e che ogni anno a causa della contraffazione e relativo inganno per i consumatori, assistono ad un notevole danno».

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