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Il più grande ospedale calabrese? Fuori dalla Calabria

«In Calabria il sistema sanitario è al collasso e non regge più. Per questo diciamo a Scopelliti di fermarsi nelle procedure». A lanciare l`appello stamani, nel corso di una conferenza stampa, i co…

Pubblicato il: 02/04/2012 – 19:53
Il più grande ospedale calabrese? Fuori dalla Calabria

«In Calabria il sistema sanitario è al collasso e non regge più. Per questo diciamo a Scopelliti di fermarsi nelle procedure». A lanciare l`appello stamani, nel corso di una conferenza stampa, i consiglieri regionali del centrosinistra Carlo Guccione e Bruno Censore (Pd), Ferdinando Aiello (Sel) E Rosario Mirabelli (Api). «Da parte del commissario – hanno sostenuto – c`è stata una incapacità a saper gestire il piano di rientro. Nella riorganizzazione del sistema sanitario calabrese, infatti, ci sarebbe stato un approccio ragionieristico dove il risparmio è un qualcosa che ricade sulla pelle dei cittadini».
A parere di Censore «è grave chiudere servizi senza creare nulla di alternativo», registrando, nel contempo, «un aumento della emigrazione sanitaria. Diciamo a Scopelliti che le cose non vanno: ci sono risposte effimere al dramma che si vive e gli chiediamo di fare una ricognizione e di calarsi nelle realtà, soprattutto in quelle interne dove la situazione è drammatica ed al limite del collasso».
Guccione, pur riconoscendo che l`attuale situazione in cui versa il comparto «è frutto di un lungo periodo che, specie in questi quindici anni, ha avuto problemi», ha fatto notare che la conferenza stampa «si svolge a cavallo tra due eventi: il depotenziamento di alcuni ospedali come, ad esempio San Giovanni in Fiore, Acri, Soveria Mannelli e Serra San Bruno, cui si aggiunge la chiusura di tredici presidi ospedalieri come Lungro, San Marco, Mormanno, Praia a Mare, Chiaravalle Centrale, Soriano e via dicendo, ed il quattro aprile, data in cui il tavolo Massicci verificherà gli atti compiuti per il piano di rientro che, tra le altre cose, dice che, nel momento in cui questi ospedali vengono chiusi o depotenziati, si devono realizzare i Capt. Ciò non è stato fatto, creando un vuoto sanitario, né tantomeno si intravedono le risorse umane e sanitarie». Da qui l`interrogativo: «Il piano di rientro lo applichiamo solo sui tagli o dobbiamo applicarlo anche per tutto il resto?».
«Il più grande ospedale della Calabria – ha sostenuto Guccione – è fuori regione con un`emigrazione sanitaria di 147mila utenti che costa 247 milioni di euro l`anno. E la cosa che fa più rabbia è che si tratta di patologie medio-basse e non di alta specializzazione. Un fenomeno, questo, che si accentuerà di più con la chiusura di Trebisacce e Praia a Mare».
Per Aiello «nessuno ha guardato la situazione dal punto di vista geografico. Scopelliti voleva gestire la premialità ed invece oggi si trova a dover gestire l`emergenza che ha creato lui. Il “modello di sanità” sta facendo la fine del “modello Reggio” e ci si è affidati all`Agenas che non conosceva il territorio».
In Calabria, per Mirabelli, c`è una «sanità malata che in questi due anni si è ammalata di più. A distanza di due anni – afferma al riguardo – con il Piano di rientro non abbiamo avuto alcun risultato perché è stato sbagliato l`approccio iniziale e fra poco vedremo gli ospedali scoppiare. E` stato sbagliato chiudere gli ospedali tout court aprendo le vie alla mobilità sanitaria che, solo nel 2010 è stata di 63.500 prestazioni sanitarie fatte fuori regione cui si devono aggiungere quelle effettuate a pagamento».

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