Ultimo aggiornamento alle 13:01
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

"Why not", sei persone rinviate a giudizio per associazione a delinquere

CATANZARO Sei persone, tra esponenti politici e un dirigente della Regione Calabria, sono state rinviate a giudizio per il reato di associazione per delinquere nell`ambito dell`inchiesta “Why not”….

Pubblicato il: 06/04/2012 – 16:27
"Why not", sei persone rinviate a giudizio per associazione a delinquere

CATANZARO Sei persone, tra esponenti politici e un dirigente della Regione Calabria, sono state rinviate a giudizio per il reato di associazione per delinquere nell`ambito dell`inchiesta “Why not”. Il giudice per le udienze preliminari, Livio Sabatini, ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale, Massimo Lia, e ha fissato l`inizio del processo per il 6 luglio prossimo. Le sei persone rinviate a giudizio sono: Nicola Adamo, Ennio Morrone, Franco Morelli e Dionisio Gallo, il coordinatore del consorzio “Brutium”, Giancarlo Franzè, e il dirigente della Regione Calabria, Aldo Curto.
I sei erano stati prosciolti nel marzo del 2010 dal gup, Abigail Mellace. In quella occasione il giudice aveva stabilito 17 proscioglimenti e il rinvio a giudizio per altri 27. Il processo con rito ordinario a questi ultimi è in corso. Nel luglio scorso la Cassazione ha annullato con rinvio il proscioglimento dei sei imputati accusati di associazione per delinquere e gli atti sono stati trasmessi al nuovo gup che disposto il rinvio a giudizio.
Secondo l`impianto accusatorio i politici Adamo, Morrone, Gallo e Morelli (assieme al dirigente regionale Curto e all`amministratore della Why not Franzè) avrebbero fatto parte di un`organizzazione criminale in cui Antonio Saladino, tramite le sue società di lavoro interinale, avrebbe posto in essere una serie di reati contro la pubblica amministrazione al fine di accaparrarsi l`esecuzione di servizi e commesse dalla Regione, assicurando posti di lavoro secondo logiche clientelari che avrebbero fruttato naturalmente anche in termini di consenso politico. Ma, secondo la sentenza emessa dal gup catanzarese Abigail Mellace, non vi erano elementi concreti per sostenere che vi fosse stata «un`associazione retta da politici che attraverso l`opera di Saladino volevano sovvertire le naturali regole della competizione elettorale per acquisire fraudolentemente consenso elettorale».
Contro la decisione del giudice Mellace, ha proposto ricorso in Cassazione la Procura generale del capoluogo calabrese spiegando che «l`associazione avrebbe consentito ai soggetti privati di accaparrarsi illecitamente ingenti risorse pubbliche, indipendentemente dall`alternarsi delle diverse maggioranze politiche all`interno della Regione Calabria».
La Suprema Corte, nella sentenza di luglio, ha ritenuto il ricorso fondato. Secondo i giudici del Palazzaccio «il legame associativo deve essere ricercato tra i soggetti pubblici, singolarmente considerati, e i rappresentanti delle società facenti capo a Saladino o ai suoi collaboratori». L`esistenza dell`organizzazione sarebbe poi desumibile «dalla continuità, frequenza e intensità dei rapporti tra i soggetti coinvolti». Inoltre, la stessa sentenza del gup  ha riconosciuto «che il Saladino e gli altri amministratori del consorzio Brutium e della società Why not hanno proposto le loro strutture societarie alla reiterata commissione di reati necessariamente richiedenti l`azione dei pubblici uffici». Per la Cassazione, quindi, appare ragionevole ritenere che «tale azione potesse avvenire proprio grazie ai rapporti con i pubblici funzionari della Regione Calabria incaricati a provvedere all`assegnazione delle commesse pubbliche, i quali si sarebbero resi stabilmente disponibili ad assecondare i fini illeciti perseguiti dal gruppo imprenditoriale, condividendo e contribuendo a eseguire il programma criminoso».
La sentenza della Cassazione evidenzia alcuni episodi che dimostrerebbero l`accordo trasversale con le società di Saladino. Il riferimento è alla stabilizzazione dei 490 interinali. La Cassazione si sofferma sui «privilegiati rapporti di Saladino con esponenti politici sin dal 1999, quando con la sua società Obiettivo lavoro e in accordo con Nicola Adamo, assessore ai Lavori pubblici (giunta di centrosinistra, ndr) fornisce alla Regione 180 lavoratori interinali da adibire al servizio di sorveglianza idraulica, poi aumentati a 490, tutti raccomandati da esponenti politici dei diversi schieramenti». Quando cambia la guida della Regione e passa nelle mani del centrodestra (presidente Giuseppe Chiaravalloti) la situazione non muta, anzi nelle motivazioni si ricordano «le vicende che portarono all`approvazione della legge regionale 23 del 2002 sulla esternalizzazione dei servizi, approvata proprio per stabilizzare i 490 lavoratori interinali». In questo quadro avrebbe avuto un ruolo «essenziale» il dirigente Aldo Curto che redasse il bando per l`esternalizzazione e fu nella commissione che affidò l`appalto al consorzio Brutium, società che poi assunse la figlia del dirigente. Franco Morelli, allora capo di Gabinetto del presidente della giunta regionale Giuseppe Chiaravalloti, per la Suprema Corte «sarebbe stato il principale protagonista dell`illecito affidamento al consorzio Brutium del progetto Ipnosi nonché di altri lucrosi progetti, intrattenendo strettissimi e confidenziali rapporti con Saladino». Si passa poi al centrosinistra con l`assessore (sotto la presidenza Loiero) Ennio Morrone che «avrebbe promosso l`assegnazione al Brutium dei progetti “Infor” e “Bifor” nonché di quello relativo al censimento del patrimonio immobiliare». Di nuovo centrodestra con l`ex assessore Dionisio Gallo che avrebbe «partecipato attivamente all`associazione rendendosi promotore dei progetti Silva Brutia e Infor». E infine di nuovo l`ex segretario dei Ds Nicola Adamo «coinvolto oltre che nella vicenda Obiettivo Lavoro, nella segnalazione dei lavoratori da assumere per l`esecuzione dei servizi pubblici assegnati al Brutium e inoltre si sarebbe distinto per avere sempre assecondato gli interessi imprenditoriali del Saladino, concordando di volta in volta i progetti che potevano interessargli». Oggi, infine, la decisione del gup Sabatini che ha deciso di fissare un nuovo processo a carico dei sei imputati.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x