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Dalla casa del boss alla guida della sanità

COSENZA Al boss Giuseppe Pelle ha detto: «Siamo come fratelli». Una di quelle frasi che ti restano appiccicate addosso per il resto della vita. Sembrava che le velleità di far carriera nell`Asp di …

Pubblicato il: 08/04/2012 – 15:36
Dalla casa del boss alla guida della sanità

COSENZA Al boss Giuseppe Pelle ha detto: «Siamo come fratelli». Una di quelle frasi che ti restano appiccicate addosso per il resto della vita. Sembrava che le velleità di far carriera nell`Asp di Cosenza, per Vincenzo Cesareo si fossero chiuse lì. Una volta diventata pubblica, una frase del genere – finita nell`inchiesta “Reale” della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria – taglia le gambe a ogni scalata, a ogni promozione. Ma non a certe latitudini. Il medico originario di Cetraro, infatti, è – da qualche giorno – l`uomo più potente della sanità del Tirreno cosentino. Gianfranco Scarpelli, direttore generale dell`Asp di Cosenza, lo ha nominato direttore sanitario degli ospedali spoke di Paola e Cetraro. Cesareo guiderà la sanità in quella striscia di Calabria che teme, più di altre aree, i tagli del Piano di rientro. Il suo lavoro è iniziato di buona lena: ha chiesto una relazione sull`andamento delle unità operative e dei reparti. Aspetta segnalazioni di criticità ed eventuali proposte per far funzionare una macchina sanitaria che stenta a offrire servizi efficienti. C`è l`entusiasmo che accompagna ogni inizio e riesce ad allontanare il ricordo delle carte che scottano.
Cesareo è finito nel mirino dei magistrati antimafia per i suoi rapporti con il boss di San Luca e la sua relazione privilegiata con Guglielmo Quartucci, titolare della clinica che avrebbe dovuto aiutare Pelle a tirarsi fuori dal carcere grazie a una perizia che gli investigatori considerano “generosa”. Il medico cetrarese va a casa del mammasantissima per chiedere sostegno elettorale. Si è candidato alle elezioni regionali, nella lista “Socialisti uniti”, che fa parte della coalizione che sostiene il futuro governatore Peppe Scopelliti. Ma il tentativo di ottenere un ruolo di prestigio passando per le urne fallisce. A quel punto non resta che sperare in un posto (amministrativo) al sole. Nei dialoghi con l`amico Quartucci (per il quale si spende molto alla Regione: vuole fargli ottenere i rimborsi per la sua clinica), Cesareo non fa mistero dei suoi desideri. L`amico medico gli chiede «se ci fossero novità in merito ad un importante incarico (“a tutti quanti hanno dato incarichi, commissioni, questo, quello e quell’altro… e a te niente?”); il direttore dell’ospedale di Praia a Mare, allora, confidava a Quartucci che a quel suo amico (lo stesso che poteva aiutare Quartucci per i rimborsi, e che non viene menzionato, ndr) voleva chiedere anche la cortesia di essere nominato direttore generale (“io devo andare a fare il direttore generale, Guglielmo, non ti preoccupare di questo!”) e che anche personaggi molto influenti del Pdl cosentino, come i fratelli Gentile, si erano mostrati disponibili in tal senso: “tanto i Gentile, i Gentile vogliono pure, non ce li ho contro e… per cui la cosa è fattibile, tranquillamente”. Quindi il Cesareo palesava le sue aspirazioni: scalare i vertici dell’Asp di Cosenza e fare piazza pulita di tutti quelli che si mettevano di traverso (“Che ce li togliamo a tutti a questo turno va!”)». È stato necessario attendere qualche mese, ma il piano è perfettamente riuscito.

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