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Memoria e dolore, Cosenza ricorda le bombe del `43

COSENZA Un sessantenne ricorda il padre ferroviere colpito dalle schegge mentre, col pane e olive del pranzo frugale in tempi di guerra, tornava in stazione per il turno. A un trentenne tornano all…

Pubblicato il: 12/04/2012 – 12:12
Memoria e dolore, Cosenza ricorda le bombe del `43

COSENZA Un sessantenne ricorda il padre ferroviere colpito dalle schegge mentre, col pane e olive del pranzo frugale in tempi di guerra, tornava in stazione per il turno. A un trentenne tornano alla mente i racconti del nonno e quei cunicoli, ancora oggi visitabili, nei quali i cosentini di Zumpano si riparavano durante i bombardamenti. Sessantanove anni fa ci fu l`attacco più drammatico degli alleati sul capoluogo bruzio, una ferita mai rimarginata che brucia ancora oggi nei palazzi sventrati del centro storico e nel monumento che ricorda le giovani vittime di via Sant`Antonio dell`Orto.
«12 aprile 1943. Cosenza bombardata dagli americani – racconta Ernesto –. Ricordo mio nonno che raccontava, che lui e altri contadini, avevano scavato una specie di bunker in un terreno vicino casa dove le famiglie potevano trovare rifugio. Altre volte se ne scappavano verso le colline di Zumpano attraversando il fiume. A Zumpano poi negli anni 80 mi è capitato di entrare in alcune grotte che venivano anche queste usate come riparo dalle bombe».
La storia cittadina e le microstorie di centinaia di cosentini – ognuno con un nome da ricordare o un aneddoto da riportare, magari “di seconda mano” – rivivranno oggi pomeriggio: alle 17 la cittadinanza s`è data appuntamento davanti all`ex stazione ferroviaria di piazza Matteotti per una passeggiata in ricordo del bombardamento di 69 anni fa. La conclusione della manifestazione organizzata dall`Universitas Vivariensis è prevista alle 19,30 alla chiesa di San Gaetano, per urlare un “no” a tutte le guerre. E già si pensa alla rievocazione dell`anno prossimo, per il 70esimo anniversario della sciagura.

E IL COMUNE COMMEMORA
LE 5 GIOVANI VITTIME DELLA “BORELLI”
C’è un modo per raccontare la guerra ai bambini? Partire dalla narrazione della guerra stessa. L’unico modo per far prendere coscienza del non senso della guerra. Ne è fermamente convinta Marina Machì, assessore alla Formazione della coscienza civica e alla scuola del Comune di Cosenza, che ha fatto sue le riflessioni sviluppate in un documentatissimo libro, “Raccontare la guerra” appunto, da Walter Fochesato, studioso di letteratura per l’infanzia e di storia dell’illustrazione che ha restituito nei suoi scritti una funzione centrale alla memoria della guerra.
E Fochesato è stato evocato questa mattina dall’assessore Machì nel corso della cerimonia commemorativa, promossa dall’istituto comprensivo Spirito Santo e in particolare dalla scuola primaria “Carmela Borelli” che il 12 aprile del 1943 pagò un tributo altissimo di vite umane, quando alle 11 di quella tristissima giornata, cinque suoi allievi (Francesco Ferraro, Natalina Nigro, Antonietta Mauro, Anna Imbrogno e Francesca Pellegrino) caddero sotto un improvviso bombardamento aereo. Questa mattina la commemorazione ha preso le mosse dalla Chiesa di San Gaetano sul cui sagrato, quel 12 aprile di quasi settant’anni fa,  furono sganciate altre bombe ed altre vittime caddero. Nella chiesa i bambini che oggi frequentano la scuola primaria “Borelli” si sono raccolti in preghiera per ricordare il sacrificio dei bambini del ’43. Poi la cerimonia in Piazza Spirito Santo, negli stessi luoghi dove furono sganciate le bombe e dove Francesco, Natalina, Antonietta, Anna e Francesca furono sorpresi mentre dalla scuola stavano transitando verso la piazza.
La cerimonia è stata aperta da una breve introduzione di Maria Luisa Morrone, la docente che ha coordinato tutte le attività messe in campo in questa giornata commemorativa, compresi il concorso di poesia e di illustrazione e la mostra documentaria “Frammenti di storia”, inaugurata subito dopo, all’interno della scuola, con tanto di taglio del nastro dal vicesindaco Katya Gentile e dalla stessa Machì. Pochi attimi prima gli alunni della scuola “Borelli” avevano improvvisato un girotondo intorno alla fontana dove prima sorgeva il monumento  alle vittime del ’43 (di cui si sono, purtroppo, perse le tracce), opera del compianto artista cosentino Cesare Baccelli.
«La cerimonia di oggi – ha detto nel suo intervento il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Spirito Santo”  Giuseppe La Barbera – vuole essere un monito per le giovani generazioni perché apprendano quanto le guerre facciano male all’umanità intera. Dobbiamo vivere nella pace per l’avvenire dell’umanità».
«Non è affatto difficile – ha aggiunto Marina Machì – spiegare la guerra ai bambini e non è difficile spiegare ai bambini di oggi della scuola “Borelli” quanto accaduto nel ’43. In loro aiuto viene una sorta di vicinanza spaziale con gli stessi luoghi frequentati dai bambini del ’43. Sono dei segni molto forti racchiusi nella stessa scuola e nella stessa strada percorsa. Meglio sarebbe ancora – ha aggiunto l’Assessore Machì – se il ‘900 facesse parte dei programmi scolastici della scuola primaria. Lo studio di epoche remote richiede, infatti, una capacità di astrazione maggiore di quanto non sia richiesto per l’apprendimento della storia recente». E a proposito di come si fa a parlare di pace ai ragazzi di oggi, è ancora la Machì a precisare che «la pace e il rispetto per l’altro da sé, per gli spazi pubblici, per la scuola stessa deve diventare pratica usuale nella quotidianità, nella vita di tutti i giorni. Solo così si potranno creare le premesse per un approccio che vada al di là del mero evento commemorativo». L’ultima parte del suo intervento la Machì lo riserva ad una promessa mantenuta: quella di far apporre a breve sui muri della scuola “Borelli” una targa con i nomi dei 5 bambini caduti nel ’43. E simbolicamente l’assessore della giunta Occhiuto ha consegnato un bozzetto della targa al dirigente scolastico La Barbera. Anche il vicesindaco Gentile, che ha radici familiari proprio nel quartiere dello Spirito Santo, ha voluto, con la sua presenza, testimoniare l’attenzione dell’amministrazione comunale all’iniziativa promossa dall’istituto.

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