L`impegno della commissione Antimafia: «Un piano straordinario per la Calabria»

MONASTERACE Un programma straordinario per la Calabria. È questa la proposta che la commissione parlamentare antimafia ha messo sul piatto per cercare di ridurre l’oppressione della criminalità organizzata su amministratori e cittadini calabresi. La Bicamerale si è riunita questa pomeriggio a Monasterace, la cittadina della Locride il cui sindaco, Maria Carmela Lanzetta, è stato più volte minacciato dalla ‘ndrangheta. Le intimidazioni ricevute nelle scorse settimane avevano portato Lanzetta a rassegnare le sue dimissioni, revocate con riserva questa mattina alla presenza di Pierluigi Bersani. Stamattina il segretario del Pd, nel pomeriggio la commissione parlamentare antimafia. Almeno per un giorno, Monasterace è stata al centro dell’agenda politica e istituzionale italiana.
Dopo il clamore mediatico suscitato dalla decisione di Lanzetta di abbandonare l’incarico, gli attestati di vicinanza e solidarietà si sono moltiplicati. Fino all’arrivo della commissione nella Locride, con il chiaro intento di conoscere più da vicino la vicenda che ha interessato il sindaco ma anche per fare una ricognizione sulle varie problematiche che interessano i territori della fascia jonica reggina. Il programma straordinario per la Calabria è stato votato all’unanimità dalla Bicamerale e inviato ai presidenti di Camera e Senato e al governo.
Ancora non è chiaro in cosa consisterà di preciso, ma con ogni probabilità riguarderà nuovi interventi di supporto a magistratura e forze dell’ordine per dotarli di ulteriori mezzi contro i clan di ‘ndrangheta. «Il nostro impegno – ha detto il vicepresidente Luigi De Sena – è rivolto ad assicurare la libertà di essere e di lavorare in questa terra. La commissione con questo programma ha già ottenuto un risultato importante, anche se il percorso non è semplice». Poi De Sena analizza l’ultimatum del sindaco Lanzetta, che questa mattina aveva dato alle istituzioni tre mesi di tempo per risultati concreti sul piano della sicurezza e dello sviluppo del territorio. «É un tempo sufficiente per una programmazione, non per una vera inversione di tendenza».

Poi il sindaco di Monasterace ha ripercorso le ultime settimane per spiegare le motivazioni che l’hanno spinta a presentare le dimissioni, per poi revocarle: «La decisione iniziale era dovuta alla mia situazione personale. Il mio caso è quello di centinaia di amministratori, costretti a combattere ogni giorno contro problemi di questo tipo. Io non ho fatto altro che spiegare il mio percorso e la mia vita, adesso sta alle forze dell’ordine e alle istituzioni fare quello che devono fare».
Insieme a Lanzetta, gli altri 41 sindaci della Locride hanno stilato un documento con delle richieste specifiche. «Abbiamo chiesto un incontro al capo dello Stato e posto dei problemi primari da risolvere», ha continuato Lanzetta. Per poi concludere: «In tre mesi forse è possibile iniziare a percorrere la via maestra per la loro risoluzione». Il capogruppo Pd in commissione, Laura Garavini, ha sottolineato l’importanza della presenza delle istituzioni in occasioni di questo tipo: «È necessario tenere alta l’attenzione su questi attentati in modo tale che non vengano subito dopo relegati nel dimenticatoio». Oltre ai membri della Bicamerale, nel Comune di Monasterace erano presenti molti rappresentanti istituzionali e delle forze dell’ordine, tra cui il neoprefetto di Reggio Vittorio Piscitelli e i comandanti provinciali di guardia di finanza e carabinieri, Cosimo di Gesù e Pasquale Angelosanto.