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Tavolo Massicci, affondo della Cgil regionale: «Manca una strategia in materia sanitaria»

Non accenna a placarsi la bufera scoppiata dopo la pubblicazione del verbale dell`ultima riunione del Tavolo Massicci sulla sanità calabrese, che evidenzia la gravissima situazione esistente e i te…

Pubblicato il: 13/04/2012 – 18:27
Tavolo Massicci, affondo della Cgil regionale: «Manca una strategia in materia sanitaria»

Non accenna a placarsi la bufera scoppiata dopo la pubblicazione del verbale dell`ultima riunione del Tavolo Massicci sulla sanità calabrese, che evidenzia la gravissima situazione esistente e i tesi rapporti istituzionali tra il governatore Scopelliti e i subcommissari Pezzi e D`Elia. Sulle condizioni critiche del comparto in Calabria, interviene la segreteria regionale della Cgil. Secondo il sindacato, «nel settore della sanità cresce il conflitto, i conti non tornano e manca una strategia di rilancio dei servizi. Dopo l`annuncio trionfale della struttura commissariale circa lo sblocco delle risorse Fas e delle premialità, quanto va emergendo a seguito dell`ultima verifica al Tavolo Massicci mette in luce un quadro di incertezze dentro cui fatica a realizzarsi il risanamento ed il riordino del sistema sanitario regionale. Le contrapposizioni non più taciute – si legge in una nota – tra dirigenza ministeriale, commissario ad acta, subcommissari e dirigenza regionale evidenziano l`esigenza di recuperare un vuoto di partecipazione democratica ad un percorso di riforma così impegnativo che non può essere delegato a logiche tecnico-burocratiche dove risanamento e razionalizzazione poco incrociano principi di qualità, solidarietà ed equità che devono caratterizzare un modello sanitario pubblico e universale».
La Cgil, che ribadisce di avere «sempre osteggiato il commissariamento», evidenzia come occorra «andare al suo superamento per assicurare alla sanità calabrese un percorso democratico aperto alle rappresentanze politiche, istituzionali e sociali dentro cui esercitare la rappresentanza degli interessi generali di salute. Ma se risultano gravi le divergenze – prosegue il comunicato – fra livelli della dirigenza, altrettanto preoccupanti sono le sottolineature del Tavolo Massicci riguardanti partite finanziare e organizzative che lasciano intendere la debolezza di una strategia di governo delle politiche sanitarie legate al piano di rientro. Si chiudono 18 presidi pubblici ma mancano rispose di cura alternative, la rete dell`emergenza mantiene le sue sofferenze, la medicina di territorio resta sulla carta e le tante criticità ospedaliere mancano di risposta nonostante risorse assegnate in queste direzioni».
L`organizzazione di categoria si sofferma poi sulla vicenda della costruzione dei nuovi ospedali, di cui sollecita «l`avvio dei lavori mantenendo fermo il giudizio negativo sui modelli di bando avviati e sulla convenzione milionaria con Infrastrutture Lombarde Spa». Della realizzazione dei nuovi presidi, spiega ancora il sindacato, «si è persa traccia e non c`é l`adattabilità al piano di rientro. Nonostante la presenza dell`advisor contabile Kpmg, pagato a suon di milioni, il debito pregresso resta incerto con partite ancora sospese verso creditori che neanche avanzano richiesta di credito, con esigenze di copertura che oscillano per centinaia di milioni (437 – 735 milioni di euro) ed un debito 2008-2011 scoperto che la stampa anticipa in 155 milioni di euro».
«Insomma, tanti sacrifici – conclude la Cgil – scaricati sui cittadini, un precariato appeso da anni all`incertezza, un turn over che svuota professioni, risorse mantenute ferme ma la preoccupazione crescente che questi sacrifici possano servire a poco. La Cgil, preoccupata che possano essere ulteriormente inaspriti disagi e sacrifici su cittadini, lavoratori e pensionati, sollecita la convocazione del tavolo regionale concordato con il commissario Scopelliti, affinché vengano assicurati gli interventi necessari per superare lo stallo dentro cui vivono le maggiori criticità sanitarie che impediscono di guardare con fiducia e prospettiva all`azione di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale».

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