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Muore Petrini: l`inchiesta su Bergamini come eredità

COSENZA Nell`ultima puntata di “Chi l`ha visto?” dedicata alla morte del calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, Carlo Petrini non c`era. La sua lotta contro il cancro, che continuava da anni, lo …

Pubblicato il: 16/04/2012 – 12:27
Muore Petrini: l`inchiesta su Bergamini come eredità

COSENZA Nell`ultima puntata di “Chi l`ha visto?” dedicata alla morte del calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, Carlo Petrini non c`era. La sua lotta contro il cancro, che continuava da anni, lo aveva tenuto lontano dalla trasmissione. Pesava, e molto, la sua assenza. Perché Petrini, che per primo aveva denunciato il doping nel calcio nel suo “Il fango del dio pallone”, aveva contribuito a non far calare l`attenzione sul caso del centrocampista del Cosenza scomparso in circostanze misteriose nel 1989. Lo aveva fatto in (quasi) assoluta solitudine, con il suo libro “Il calciatore suicidato”. Basta rileggerlo – e paragonare le sue deduzioni al materiale che ha consentito alla procura di Castrovillari di riaprire il caso Bergamini – per comprendere quanto la sua opera sia stata importante.
Petrini non scrisse soltanto un libro: condusse un`indagine. Ora che non c`è più – se n`è andato oggi, a 64 anni, nel reparto di oncologia dell`ospedale di Lucca, dove era ricoverato da sabato scorso – la sua eredità rimane intatta in quei volumi scomodi, che hanno squarciato il velo di omertà sulle pratiche illegali (o, per lo meno, dubbie) nel mondo del calcio.
Era diventato un “fustigatore” del pallone, Petrini, dopo essere finito nello scandalo scommesse del 1980. Un fatto che gli fece abbandonare l`attività agonistica (era cresciuto nelle giovanili del Genoa e aveva giocato con il Milan, il Torino e nella Roma di Liedholm, indossando per due stagioni la maglia del Catanzaro, tra il 1972 e il 1974). Tutte le sue esperienze finirono in pagine che negli anni 90 (quando le chiacchiere su doping e scommesse sembravano voler gettare fango su un universo dorato e intoccabile) erano eretiche, mentre oggi sono drammaticamente attuali.
Proprio come quelle che raccontano le falle nell`inchiesta sulla morte di Bergamini, travolto da un camion il 18 novembre 1989 sulla statale 106, a Roseto Capo Spulico. Petrini sostenne che la morte del calciatore era avvenuta per mano della criminalità locale, nonostante la magistratura avesse chiuso la pratica attribuendo la morte di Bergamini ad un suicidio. Una tesi quest`ultima, messa in dubbio dalla Procura di Castrovillari che su richiesta dei familiari di Bergamini ha riaperto l`inchiesta ipotizzando che il calciatore sia stato ucciso.

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