Risorse insufficienti per la Dda di Catanzaro, interrogazione di Angela Napoli

La scarsezza di risorse a disposizione della Dda di Catanzaro, denunciata nei giorni scorsi dal procuratore aggiunto del capoluogo di regione, Giuseppe Borelli, è al centro di un’interrogazione parlamentare presentata dalla coordinatrice calabrese di Fli, Angela Napoli. La deputata finiana, rivolgendosi al ministro della Giustizia Paola Severino, evidenzia che «in Calabria è diffuso un sistema di illegalità e di corruzione, per cui gli uffici delle Procure dovrebbero essere posti nelle condizioni di garantire la massima efficienza; la pervasività della ‘ndrangheta dovrebbe essere bloccata da analoga massima efficienza» delle direzioni distrettuali antimafia. Esigenze che però non trovano riscontro nella realtà degli uffici giudiziari. Napoli, in particolare, sottolinea come Borelli abbia rimarcato la mancanza degli «strumenti minimi indispensabili per compiere il proprio lavoro»: una «carenza di fondi e materiali che rischia di portare alla paralisi dell’attività».
La situazione è inaccettabile, sostiene Angela Napoli, ancor più perché «la Dda di Catanzaro abbraccia ben quattro province calabresi: oltre a quelle della città capoluogo di regione, anche Cosenza, Crotone e Vibo Valentia; appare, pertanto, più che comprensibile la mole di lavoro alla quale tale Procura deve adempiere». Nell’interrogazione, dunque, la parlamentare chiede al massimo responsabile del dicastero di via Arenula «quali urgenti iniziative intenda assumere per la risoluzione dei problemi legati alla dotazione di materiale di cancelleria ed agli altri strumenti di lavoro».