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In Calabria si rischiano altre "Rosarno"

Il giorno 18 aprile, presso la sede della protezione civile regionale, si è tenuta la riunione per affrontare le varie tematiche legate ai progetti sull’emergenza Nord-Africa che vede presenti in C…

Pubblicato il: 20/04/2012 – 12:27
In Calabria si rischiano  altre "Rosarno"

Il giorno 18 aprile, presso la sede della protezione civile regionale, si è tenuta la riunione per affrontare le varie tematiche legate ai progetti sull’emergenza Nord-Africa che vede presenti in Calabria circa 1.600 migranti dislocati in varie località della regione. Le convenzioni firmate tra i soggetti gestori e la protezione civile sono completamente disattesi dai ritardi nel pagamento delle spettanze agli enti locali e agli enti gestori, che, malgrado tutto, in una situazione di crisi economica epocale, devono anticipare, da otto mesi, le spese quotidiane degli ospiti. Con le scelte del governo dell’epoca si è volutamente cercato di distruggere il sistema “Asilo”, trasferendo le competenze dalle politiche sociali alla protezione civile, sostituendo le politiche di accoglienza e integrazione, che rispondevano ai progetti Sprar, a quelli altamente redditizi della protezione civile, vanificando di fatto una politica che in 10 anni aveva garantito, con la collaborazione tra i ministeri e gli enti locali (Anci), politiche di inclusione sociale. Oggi l’assenza di interlocutori istituzionali mette in difficoltà gli enti che si sono sobbarcati l’onere di rendere meno drammatica la vicenda legata all’emergenza Nord-Africa. In Calabria si rischiano altre “Rosarno”, per il ritardo nelle convocazioni dei richiedenti asilo e per i dinieghi che in questo momento superano il 70% delle richieste, facendo diventare questi migranti facile preda della criminalità organizzata, ed anche per la carenza dei rimborsi economici che non garantiscono tranquillità agli operatori. Tutto ciò rappresenta una miscela esplosiva, della quale le forze politiche e sociali si stanno completamente disinteressando, lasciando l’onere della gestione solo ed esclusivamente agli enti gestori dei progetti. Con ciò si vanifica la richiesta di tante associazioni che avevano proposto la concessione del permesso umanitario a tutti i migranti, anche a parziale ricompensa dei bombardamenti a cui sono stati sottoposte le popolazioni nordafricane per un anno, con responsabilità anche del nostro Paese. La Corte dei conti, a cui è demandato in via preventiva lo sblocco dei finanziamenti, sta attuando una politica di attesa, ritardando le pratiche, mentre la sezione della Calabria sta interpretando in modo restrittivo l’applicazione dell’articolo 10 della convenzione Opcm 3933-2011 della presidenza del Consiglio dei ministri, che recita «Il soggetto attuatore liquiderà dietro presentazione di fattura le prestazioni entro 30 giorni e non oltre 60 giorni». Inoltre le risorse per l’anno 2012 non sono state ancora messe a bilancio, nonostante sia stato prorogato per tutto il 2012 l’emergenza Nord-Africa. Non bisogna di certo essere degli esperti in immigrazione per capire che la situazione è a livelli di guardia e che merita attenzione soprattutto dal competente ministro dell’Integrazione che tra l’altro è un ottimo conoscitore di queste tematiche. Non vorremmo da qui a breve riempire le prime pagine nazionali per le rivolte dei migranti, dopo che un governo di pura propaganda leghista, ha distrutto un sistema di accoglienza sostituendolo con una logica di emergenza continua tanto cara all’ex sottosegretario Bertolaso.

*sindaci di Acquaformosa e Riace

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