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"Meta", Giardina: «L`ex sindaco di San Procopio vicino a Cosimo Alvaro»

REGGIO CALABRIA Ai funzionari del Comune di Reggio potrebbe essere contestato il reato di falso ideologico. Questa mattina, nel corso dell’udienza del processo “Meta”, il sostituto procuratore, Giu…

Pubblicato il: 20/04/2012 – 15:34
"Meta", Giardina: «L`ex sindaco  di San Procopio vicino a Cosimo Alvaro»

REGGIO CALABRIA Ai funzionari del Comune di Reggio potrebbe essere contestato il reato di falso ideologico. Questa mattina, nel corso dell’udienza del processo “Meta”, il sostituto procuratore, Giuseppe Lombardo, ha acquisito agli atti i documenti presentati dalle parti civili del Comune per la pratica di sgombero dell’immobile di via Mercatello di Archi, dove viveva la famiglia del boss Pasquale Condello detto “Il Supremo”. La tesi dell’accusa è che il decreto di sgombero sia arrivato solo in seguito all’intervento dell’autorità giudiziaria. Posizione ribadita anche dall’ex colonnello del Ros Valerio Giardina, che in aula ha riconfermato quanto sostenuto nel corso delle udienze dei mesi scorsi. Le parti civili hanno invece presentato documenti in cui l’intervento del Comune risulterebbe antecedente a quello della Procura. Proprio questa è stata la spiegazione della vicenda da parte dell’allora sindaco di Reggio e oggi governatore calabrese Giuseppe Scopelliti, che in diverse occasioni ha rivendicato la paternità di quel provvedimento ai danni della famiglia del boss di Archi. La decisione di Lombardo è avvenuta nel corso del controesame del colonnello Giardina, iniziato oggi.

IL CONTROESAME
L’ufficiale dei carabinieri, che nel corso degli ultimi mesi ha ricostruito l’informativa su cui si basa il processo “Meta”, ha iniziato a rispondere alle domande degli avvocati di difesa. Ancora una volta, torna centrale la figura di Cosimo Alvaro, uno dei personaggi chiave dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Giuseppe Lombardo. In particolar modo, Giardina, incalzato dalle domande dei difensori, ha specificato il ruolo dei soggetti ritenuti vicini al boss di Sinopoli. Uno di questi è Rocco Palermo, l’ex sindaco di San Procopio ritenuto dagli inquirenti uno dei due autisti di Alvaro. L’ex colonnello del Ros ha chiarito meglio quanto affermato in precedenza in relazione alla «lista civetta» contrapposta a quella dello stesso Palermo, risultata poi vincente. L’ipotesi degli investigatori è che quella coalizione politica avesse come organizzatore occulto Cosimo Alvaro, che si impegnò per la sua costituzione in modo tale da garantire una parvenza di legittimità a elezioni che fino a due giorni prima delle scadenze di legge vedevano la presenza della sola lista di Palermo. Secondo Giardina, la conferma che l`ex sindaco di San Procopio sarebbe intraneo alla cosca della Piana di Gioia Tauro è data proprio dalle vicende elettorali avvenute in quel Comune, senza tralasciare l’entrata di Cosimo Alvaro nella proprietà della casa di riposo “Villa Speranza”, favorita dallo stesso Palermo. «Episodi – ha detto l’ufficiale dell’Arma – supportati da un trentina di intercettazioni» che testimoniano come «Palermo goda della forza criminale di Alvaro, conoscendo alla perfezione la struttura criminale dello stesso». Nel corso dell’udienza è stata approfondita anche la posizione di Carmelo Barbieri, fratello degli imprenditori Domenico (già condannato per associazione mafiosa) e Vincenzo. «Tra Alvaro e Carmelo Barbieri – ha affermato Giardina – esistono legami stretti di tipo criminale», per via del supporto che quest’ultimo dava al boss di Sinopoli. Ma, secondo gli accertamenti del Raggruppamento operativo speciale, i legami pericolosi di Barbieri non si limiterebbero ad Alvaro. Giardina ha infatti ricordato una intercettazione in cui si fa riferimento al latitante «Pasquale», probabilmente Pasquale Condello “Il Supremo”, che Barbieri avrebbe incontrato il giorno prima del suo dialogo con Alvaro. Dall’analisi di Giardina, emerge inoltre un quadro che vede il grande impegno di tutti i fratelli Barbieri in occasione delle ultime amministrative del 2007 del Comune di Reggio. «I Barbieri – ha continuato l’ufficiale – portavano ognuno una linea di credito elettorale rispetto a diversi personaggi». Durante un`intercettazione dell’aprile 2007, Vincenzo e Carmelo Barbieri discutono dell`elezione di Manlio Flesca, allora candidato nelle file del Pdl. «Vincenzo – ha riferito Giardina – comprende che è interesse di Carmelo portare avanti Martorano (Santo Alfonso, ndr)», anche lui candidato al consiglio comunale. «I fratelli – è la conclusione dell’ex colonnello del Ros – hanno dei referenti politici da appoggiare, e Carmelo doveva appoggiare Martorano anche perché era il suo datore di lavoro».

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