La Calabria difende "il pezzo di carta"

Per otto calabresi su dieci la laurea garantisce ancora la qualità del professionista. Un dato in linea con il resto del Paese ma che, al contempo, risulta essere anche il più alto in Italia. È il Corriere della Sera nell`edizione odierna a svelare i risultati del sondaggio commissionato dal ministero dell`Istruzione che ha “monitorato” il pensiero degli italiani sul valore del titolo di studio. Ebbene, l`80,22 per cento dei calabresi ha espresso il proprio attaccamento al “pezzo di carta”. Mentre mediamente il 73,19% degli italiani hanno difeso il valore del titolo. Era stato lo stesso ministro Profumo, a lanciare l`idea di un sondaggio on line – iniziato lo scorso 22 marzo – su uno specifico quesito: «Come giudicate la necessità di possedere uno specifico titolo di studi per poter esercitare una determinata professione?». Una domanda che ha, dunque, portato circa tre quarti degli italiani a rispondere  «positivamente, perché garantisce la qualità della prestazione resa dal professionista, che il cliente potrebbe non essere in grado di verificare da solo». E se nel resto del Paese, invece, il 10,29 per cento si è espresso «negativamente, perché impedisce che i soggetti con competenze acquisite attraverso l`esperienza pratica o attraverso studi personali possano esercitare una determinata professione» questa percentuale in Calabria scende nettamente al 7,91%. Un segnale in più che dimostra come per i nostri concittadini sia particolarmente importante – per svolgere un lavoro altamente professionale – il possesso di un adeguato titolo di studi e che stronca qualsiasi tentativo di mettere in cantina il valore legale della laurea.